Lettera aperta agli adolescenti

ANNO NUOVO…

Lettera aperta agli adolescenti

(o all’adolescente che c’è in te!)

La parola adolescente deriva dal latino: adolescens participio presente di adolescere composto da ad rafforzativo e alere nutrire. Che si sta nutrendo

Non è solo una questione anagrafica, è una fase che tutti riattraversiamo quando ci stiamo nutrendo, quando siamo in evoluzione, quando da bozzolo stiamo per sbocciare in farfalla.

Perché vi racconto questa noia mortale sull’origine della parola? Perché mi serviva per chiedervi:

Di cosa vi state nutrendo?

Il mondo è cambiato parecchio quest’anno, vi chiamano la generazione del covid, quella con le scuole chiuse, quella delle videochiamate e delle videolezioni, quelli i cui sorrisi sono stati coperti dalle mascherine. 

Come sempre accade nei periodi difficili, ai ragazzi viene chiesto di crescere più in fretta, e così è stato fatto anche con voi, solo che non vi è stato chiesto di partecipare ad una guerra, ma di restare a casa il più possibile… Ma come in ogni crisi che si rispetta il cibo scarseggia… perciò vi chiedo: 

Di cosa vi siete nutriti questi mesi? 

Di cosa desiderate nutrirvi nei prossimi mesi?

Non prendetele come domande banali o di semplice risposta, datevi qualche minuto per rifletterci su…

Ogni scelta, ogni successo e ogni fallimento vissuto in adolescenza plasmeranno l’adulto che diventerete. 

Questo non significa che non avrete modo di sbagliare, o che non ci sia altra via d’uscita per voi, al contrario…

Siete nell’età delle POSSIBILITA’, avete davanti a voi mille strade da percorrere, e se vi batterà il cuore mentre ne percorrete una sarete sulla strada giusta, se vi sembrerà di non aver preso il sentiero che più fa per voi, avrete il potere di cambiare percorso. 

Assaggiate, provate, immaginate, sperimentate, nutritevi… 

L’unica domanda che avrete da farvi deve essere: “è cibo buono per me?”

Nell’ultimo anno, gli adulti non vi hanno reso semplice trovare del buon cibo, i giorni sembrano ripetersi senza mai mostrare la carta dell’imprevisto, gli unici scenari a vostra disposizione sono la casa e qualche strada o parco del quartiere, ma solo in determinati giorni… cinema, arte, musica e sport sono tutti entrati nella vostra vita solo virtualmente, togliendo la necessità di sperimentarsi, mettersi in gioco in prima persona. 

Tra poco chi di voi frequenta la terza media dovrà scegliere quale scuola superiore frequentare il prossimo anno, con open day online, colloqui online e dopo un anno di didattica a distanza… 

Chi tra voi è al primo anno di scuola superiore ha frequentato solo un paio di settimane in presenza, quindi non ha potuto nemmeno annusare la nuova esperienza, né creare amicizie o rapporti con i prof…

Molti di voi hanno dovuto assistere a genitori rimasti all’improvviso senza lavoro, o con uno stipendio inferiore. 

Insomma non c’è molta voglia di nutrimento, vi è stato chiesto molto e vi è stato dato in cambio molto poco. 

Quindi? Non c’è nulla da fare? 

No, questo mai!

Trovate il vostro cibo preferito e nutritevi: leggete, disegnate, suonate, inventate, cucinate… trovate la vostra stella e seguitela… mettetevi alla prova senza uno schermo tra voi e il mondo! 

Vi può sembrare che lo schermo vi protegga dal mondo, da una brutta figura in classe davanti a tutti, dal dover parlare col compagno più antipatico, dai prof che non possono vedere cosa fate fuori dall’inquadratura… anche dai genitori che non possono più sgridarvi per le troppe ore passate al computer… 

Ma ne siete sicuri?

Ogni prova da superare vi dà una possibilità in più per fare nuove scoperte sul mondo, su ciò che preferite, su ciò che vi piace e non vi piace, su quale sia la vostra strada e quale proprio non fa per voi…. Non rinunciate a queste possibilità!

Non siate passivi di fronte a tutto quello che vi sta riguardando, vi hanno chiesto di mettere una mascherina, non permettete che vi si impedisca di parlare nonostante questa; vi è stato chiesto di restare a casa da scuola, non restate a casa anche dalla scuola della vita; il virus esiste ed è pericoloso, ma una mente annebbiata e il sentirsi senza risorse o possibilità lo è di più! 

Lottate per cercare e per ottenere il vostro nutrimento… Pretendetelo! 

Esiste una sola adolescenza: cosa scrivereste agli adulti che sarete? Che avete passato due anni nascosti dietro uno schermo passando dalla didattica a distanza ai videogiochi? 

Sarebbe bello raccontare che siete riusciti, nonostante una pandemia globale, a trovare la vostra stella danzante, e a farla brillare come non mai! Perché le stelle brillano di più quando tutto è più buio…

Sono sicura che l’adulto che diventerete ve ne sarà grato!

Potreste essere la generazione che salverà questo mondo dall’imbruttimento…. O volete essere solo la generazione covid??? 

Io tifo per voi, come sempre!

Ansia scolastica in adolescenza

ANSIA SCOLASTICA

adolescenti e ansia scolastica… come comportarsi?

I ragazzi passano a scuola, o nei suoi paraggi, la maggior parte del loro tempo; la scuola è il luogo in cui si sperimentano, ottengono i primi risultati e provano i primi fallimenti; forse hanno già fatto la prima scelta che riguarda il loro futuro iscrivendosi alla scuola superiore o forse sono ad un passo dal farne una più importante riguardo l’università.

Quindi è qui che esprimeranno la loro gioia, la loro rabbia e la loro paura… e la loro ansia.

Cos’è l’ansia scolastica?

È fisiologico che abbia paura di una nuova scuola o dell’interrogazione di matematica, se non ha studiato a dovere o se non è la sua materia preferita: la supererà e scoprirà che la nuova scuola ha più o meno gli stessi ragazzi simpatici o antipatici della vecchia e, la prossima volta studierà di più…

L’ansia è qualcosa di diverso dalla paura: non ha oggetto!

Possono essere irritabili (più del solito!); possono avere tachicardia, agitazione, insonnia, mal di pancia, mal di testa, tremori; potrebbero perdere interesse verso la scuola o verso lo sport o le loro passioni extrascolastiche… fino ad avere attacchi di panico veri e propri prima di entrare in classe.

I sintomi possono essere vari, quello che li accomuna è che in nessun caso i ragazzi riescono a dire cosa li turba, di cosa hanno paura… è un malessere diffuso, che riguarda la scuola o che lì si esprime, a cui non sembra esserci rimedio e che spesso sembra una valanga che aumenta di intensità man mano che passa il tempo…

Come nasce l’ansia?

Può essere che abbia un metodo di studio che andava benissimo alle medie, ma che ora, alle superiori, non porta risultati soddisfacenti e si rivela molto più faticoso di prima…

Oppure potrebbe essere che sta affrontando la terza media e non sa cosa scegliere per le superiori, e i docenti iniziano a prospettargli gli esami di fine anno come qualcosa di spaventoso e difficilissimo…

Se è in quinta superiore potrebbe essersi posto mille domande sul suo futuro a cui non sa rispondere, e gli esami di maturità… beh… ammettetelo che avete ancora qualche incubo in merito…

Potrebbe aver avuto qualche insuccesso scolastico, o qualche brutta esperienza con amici o fidanzati…

Ma queste esperienze non generano sempre e per forza su tutti i ragazzi stati d’ansia!

C’è dell’altro infatti: c’è la struttura familiare che potrebbe avere standard molto alti di prestazione, tanto che un voto appena sotto la media non è contemplato; oppure che sta attraversando un momento difficile, economicamente o emotivamente, e che quindi non riesce ad essere sufficientemente supportiva per l’adolescente.

Poi c’è il suo particolare modo di essere, di affrontare le sfide della vita, che affonda le sue radici nella sua infanzia, forse nel suo essere figlio unico e quindi nell’avere quattro occhi puntati addosso, o forse nella meticolosità che gli è stata impartita fin dalla nascita, o forse nel dover dimostrare di essere sempre forte e di non ascoltare i segnali del proprio corpo e delle proprie emozioni, ma di seguire solo la razionalità e la logica intellettuale.

Ultimi ma non meno importanti, i docenti. Sono loro che possono rassicurare i ragazzi sul programma studiato, sugli esami imminenti, sulle interrogazioni… sono loro gli adulti a scuola, perciò sono loro che devono prendersi cura di loro lì…

Una volta nata l’ansia si insinua sotto pelle e cresce, e genera uno stato confusionale che probabilmente causerà nuovi insuccessi e maggiori mal di testa o pancia, innescando un circolo vizioso che va interrotto il prima possibile! È ansia se accade frequentemente, se è persistente e se gli impedisce di vivere al meglio le esperienze che gli si presentano alla sua età.

In genere vi do dei consigli su come affrontare le problematiche fisiologiche degli adolescenti, questa volta no. Perché? Perché per interrompere un circolo vizioso serve un aiuto da casa… Si, perché quando l’ansia interessa un adolescente in casa, invade tutto il nucleo familiare, e ogni preoccupazione genitoriale circa il mal di testa che precede la mattinata scolastica, genera nel ragazzo ansia e così via…

Perciò non esitate a contattare uno psicoterapeuta che aiuti vostro figlio a focalizzare l’enorme mostro invisibile agli altri, ma ben presente agli occhi del ragazzo, e che lo sostenga mentre trova gli strumenti per sconfiggerlo. E che guidi voi genitori mentre gli state accanto.

Cosa farà un professionista insieme a vostro figlio?

Lo aiuterà a guardare in faccia ciò che lo terrorizza, lo aiuterà a fare un esame di realtà circa le paure reali e le paure immaginarie che rispondono alla domanda “E se…”.

Per ogni “E se farò scena muta all’interrogazione?”, “E se non farò amicizia con nessuno nella nuova scuola?”, impareremo insieme che esiste un qui ed ora, un respiro profondo che lo riporterà al reale, alle paure che possono essere toccate, viste e affrontate e sconfitte.

Comprendere la vera emozione celata sotto l’enorme nube nera dell’ansia, aiuterà a trovare i giusti attrezzi per accettare la tristezza, per trasformare a rabbia e rassicurare le paure…

Un intervento tempestivo sarà non solo più efficace, ma favorirà un percorso più breve, perché non occorrerà agire su un qualcosa di radicato e pervasivo.

Probabilmente sarà necessario che il terapeuta incontri i docenti per cercare insieme strategie più efficaci nello studio, nelle verifiche e nelle relazioni scolastiche. Dove per strategie efficaci non intendo eliminare le interrogazioni o semplificare il percorso scolastico del ragazzo (a meno che non ci siano diagnosi di Disturbi di Apprendimento), questo potrebbe solo portarlo a pensare di non essere capace. Intendo frasi rassicuranti, e un approccio consapevole allo specifico adolescente.

Anche la famiglia parteciperà al percorso terapeutico, sarà sostenuta e coinvolta nel viaggio del ragazzo, scoprirà nuovi modi di accogliere le sue emozioni e di stargli accanto, per ritrovare l’equilibrio perduto.

Regali di Natale per adolescenti

PER PREADOLESCENTI E ADOLESCENTI

Consigli per regali ad adolescenti e pre adolescenti

Da quanto tempo hanno iniziato a fare un elenco infinito di richieste-regalo per natale? Smartphone, anfibi appena usciti sul mercato, trucchi, videogiochi e quel nuovo giubbotto di cui proprio non possono fare a meno…

Probabilmente avranno cambiato idea ogni giorno, o forse più volte al giorno… vi avranno prospettato tutte le argomentazioni per cui non possono farne a meno, senza nemmeno prender fiato.

Ecco… voi prendetelo quel fiato, fate un bel respiro profondo e cercate di uscire dal vortice della loro energia adolescenziale…

Prima però è necessaria una precisazione…è stato un anno difficile per tutti ma per i ragazzi ancora di più, hanno dovuto adattarsi a un nuovo modo di fare scuola, di fare gruppo, di fare amicizia. Spesso non sono stati dentro quei confini che hanno definito per loro, più rigidi che per altre fasce d’età, spesso era necessario riprenderli, ricordare loro le regole, ma nonostante tutto hanno trovato la loro strada, come solo loro sanno fare. Perciò… Gratifichiamoli! Diamo al regalo un senso, magari con un biglietto un po’ più complesso del solito, facciamo sapere loro che riconosciamo la loro capacità di rinnovarsi e di riscoprirsi in un contesto nuovo con nuove modalità: darà valore a ciò che è stato e saranno una grande motivazione per ricominciare più consapevoli dopo le feste.

Ora cominciamo…

La lettera a Babbo Natale probabilmente non la fanno più, ma possono fare una lista, condivisa con voi, in modo da scrivere nero su bianco i loro desideri, per iniziare a renderli reali, e per focalizzare quello che scelgono e quello a cui rinunciano. Ormai hanno le competenze giuste per comprendere che c’è un budget complessivo per il loro regalo, e che quindi possono decidere insieme ai genitori come investire tale cifra. Non abbiate paura di dirgli un no!

Forse in preadolescenza hanno ancora un calendario dell’avvento, specialmente se in casa ci sono fratellini più piccoli è giusto che tutti i piccoli di casa abbiano un pensiero da quel calendario… optate per cose piccole oppure per cose che sapete che comprereste comunque, come una ricarica telefonica o delle gomme da masticare, o i suoi biscotti preferiti, un gel per capelli o, perché no, lo spazzolino nuovo!

È un modo per definire un preciso periodo dell’anno e per mantenere quella magia di quando erano un po’ più piccoli, ma con oggetti che mostrano che stanno crescendo.

Ma veniamo al resto dei regali… quello dei genitori e quelli, magari pilotati sempre dai genitori di zii e nonni… oppure siete zii e nonni e non sapete cosa regalare agli adolescenti di famiglia.

Bene, questa è la parte di articolo che fa per voi!

Farò, banalmente un elenco, ma si sa che le cose banali a volte sono le migliori…

Smartphone & co. Quest’anno, più che in altri anni, sarà impossibile limitare un nuovo telefono in regalo. Lo hanno usato per la didattica a distanza, per parlare con amici, nonni e parenti, magari si sarà usurato e magari avrà mostrato un po’ di arretratezza tecnologica rispetto alle nuove versioni in uscita costante. Perciò, se è un telefono che vuole, cedete… Ma, c’è un ma… prima verificate che necessiti davvero di un nuovo telefono, dialogate con lui o lei su quelle che sono le attività più frequenti, se fa più foto, servirà un modello con una buona fotocamera ad esempio. Rispolverate regole e limitazioni sull’uso del cellulare e fate loro presente che, poiché si parla di una cifra considerevole, non avrà molti altri pacchetti da scartare sotto l’albero… Se non ritenete che serva un telefono nuovo, perché il vecchio cellulare funziona perfettamente, non esitate a declinare la richiesta… se vorrà potrà comprarlo con i suoi soldi (di cui vi parlerò tra poco) quando racimolerà la giusta cifra…

Soldi. Capita che nonni, zii o gli stessi genitori decidano di regalare dei soldi nella famosa “busta di Natale”. Cercate di non regalare soldi prima delle medie, solo a questa età si iniziano ad avere le competenze e il giusto livello di autonomia per decidere come usarli al meglio. Una cifra giusta non dovrebbe superare i 50 euro, è il prezzo massimo per un regalo. Se i nonni vogliono regalare cifre elevate sarebbe meglio un piccolissimo pensiero tangibile e, a parte, un libretto di risparmio o una prepagata su cui iniziare a metter da parte i loro soldi. Molte banche permettono l’apertura di conti bancari con carte prepagate per i minori, controllabili dai genitori, è una buona idea per i nonni e i genitori accompagnarli in banca e far mettere loro le prime firme, darà loro il senso della responsabilità di quello che stanno ricevendo.

Trucchi, maschere, cosmetici. Prima di tutto vorrei precisare che non sono regali da fare solo alle ragazze!! Siamo nel 2020, l’idea che solo le femmine siano interessate a questo tipo di regali è vetusta. Una maschera viso anti acne potrebbe essere gradita da alcuni ragazzi tanto quanto da alcune ragazze. Certo magari per le ragazze abbiamo una vasta scelta tra rossetti e mascara, ma in una qualsiasi profumeria sapranno proporvi qualcosa anche per i maschietti. Rispettate l’età e le volontà dei genitori, magari chiedete a loro prima di comprare un rossetto alla figlia dodicenne, se gliel’hanno sempre vietato sarebbe opportuno non comprarlo! Un lucidalabbra sarà più indicato per la preadolescenza, un rossetto o uno smalto per una sedicenne andranno benissimo. Stessa cosa per piastre, rasoi, epilatori elettrici… aspettate i 15 anni se potete!

Accessori tecnologici. Che sia la stampante collegata allo smartphone, o una polaroid o una cassa bluetooth o una batteria esterna, possono essere regali graditissimi. Naturalmente dovranno avere già un telefono, ma non implicano grosse conseguenze di tipo educativo e possono incentivare passioni adolescenziali con una spesa non eccessiva.

Videogiochi. Che sia la nuova play station o i suoi videogiochi vanno calibrati… Se è un ragazzo che è già difficile distogliere dalla console sarebbe meglio evitare un nuovo videogioco durante le feste di Natale… Altrimenti sono regali che ormai sono diffusissimi e sempre graditi, naturalmente andrebbero accompagnati da regole ben scritte e condivise!

Accessori cool per la scuola. Il nuovo zaino alla moda, un nuovo device da usare per la didattica a distanza, sono regali che possono cambiare la loro immagine pubblica, perciò saranno felici se e solo se sono fedelissimi alle loro richieste. Sareste stupiti nel verificare che anche il solo colore diverso dal desiderato potrebbe esser così inaccettabile agli occhi del vostro ragazzo.

Vestiti e scarpe. Le nuove sneakers, gli anfibi tanto diffusi, il maglioncino nuovo e la borsa… oggetti del desiderio, costosissimi, ambiti… da concordare insieme… ma, tutto sommato, dopo un buon esame di realtà che impedisce di spendere 500 euro per un paio di scarpe da ginnastica, sono ottimi regali.

Un libro. Non strabuzzate gli occhi, si avete letto bene… Esistono libri di ispirazione su adolescenti famosi del passato e del presente, la biografia del loro cantante preferito, un primo romanzo d’amore, manuali per l’adolescente perfetta… sono regali che potrebbero solleticare la loro latente voglia di lettura durante un periodo in cui hanno più tempo e più disponibilità d’animo…

Regali per muoversi un po’. Mai come quest’anno è importante per loro muoversi. Un tappetino con attrezzi per allenarsi in casa, una bici nuova, un monopattino… quest’anno tutto è concesso! Non hanno potuto svolgere le normali attività sportive e gli unici divertimenti concessi sono parchi e luoghi aperti (e nemmeno sempre!), perciò usiamoli al meglio!

Regalare un buono regalo. È una buona idea alternativa ai soldi veri e propri. Una carta regalo in un negozio di abbigliamento, o in una profumeria o su una piattaforma di e-commerce… sono ottime idee regalo che stimolano la loro autonomia e la loro capacità di gestione di una somma di denaro.

Regalare una gift card per un abbonamento. Che sia Netflix, spotify o itunes, farà piacere ricevere uno di questi abbonamenti, anche solo per 3 mesi… i ragazzi sono  dei fervidi fruitori di queste piattaforme, perciò li farete felici.

Regali per ragazzi creativi. Un taccuino da disegno, una scatola di pastelli, una tela, un autotune, un accessorio per la cucina… se hanno una passione creativa alimentiamola!!! Sono così rari i momenti lontano da uno schermo che quei pochi che ci sono vanno incentivati in ogni modo.

Alcune regole generali potrebbero tornarvi utili…

Genitori separati. Ho scritto questo consiglio anche nell’articolo sui regali per i bambini, vale sempre a tutte le età…Non scatenate una gara per chi farà il regalo più grande e costoso, non serve a voi, e sarà un brutto scenario per il ragazzo (spargete la voce anche tra i rispettivi nonni e zii!). Cercate di fare un regalo insieme da scartare la mattina di Natale, ovunque la passerà, il genitore presente può fare un video da inviare all’altro, e l’anno prossimo sarà l’inverso. Non siete più marito e moglie, ma siete ancora mamma e papà! Poi potrete fare un regalo più piccolo (uno solo!) da scartare nelle rispettive case nei giorni stabiliti che passerà con i due genitori separatamente.

Insegnate loro ad apprezzare la sorpresa. Insegnate ai ragazzi ad apprezzare anche i regali che non sono sulla sua lista di desideri… Non è scritto da nessuna parte che nella vita ci sono solo regali che ci piacciono, ma è in nostro potere guardarli dal nostro punto di vista e trasformarne l’uso! Potranno scambiarli, organizzare un mercatino, rivenderli e guadagnare qualche soldo in più… ma a questa età, l’educazione impone di ringraziare sinceramente per il pensiero che c’è stato per loro.

Regalare un po’ del loro tempo o dei loro vecchi vestiti a chi non ce l’ha. Fare un po’ di feng shui non fa mai male, a Natale poi ha un valore in più… un giubbotto che non entra più può essere utile al cuginetto più piccolo, un cappello può essere vitale per chi si reca alla Caritas o ad associazioni simili… Preparate un sacchetto di vestiti puliti e in buone condizioni e portatelo insieme a loro nei cassoni gialli per indumenti sparsi per la città… potete inserire un biglietto di buon Natale per rendere il tutto più tangibile. Stesso discorso vale per il tempo: fare la spesa per la nonna, aiutare il fratellino nei compiti, aiutare i genitori nelle faccende domestiche significa regalare qualche ora del proprio tempo… formalizzatelo, segnate quante ore hanno regalato e lodateli per la loro generosità, vi sembrerà poco, ma per un ragazzo è tanta roba! SI abitueranno alla condivisione e si avvicineranno ad un puto di vista diverso…

Ed infine…

È stato davvero un anno cupo, pieno di paure e incertezze…

Il regalo più prezioso che potrete fare loro è un po’ di MAGIA!!

La magia è davvero nelle piccole cose, fare dei biscotti allo zenzero insieme, ballate, cantate, accendete candele… DIVERTITEVI e passate del tempo di qualità con loro… non c’è regalo più grande!!!

Adolescenti e social network

I SOCIAL NETWORK

Ammettiamolo: rispetto a questo argomento avete un po’ mollato la presa, avete scelto di non intraprendere una battaglia ogni volta che vedete vostro figlio intento a pubblicare video su una bacheca virtuale, vi siete pian piano convinti che, in fondo, non può essere poi così deleteria come cosa…

Non posso che darvi ragione… per svariati motivi i social sono diventati parte della vita di tutti, si lavora con i social, si mantengono relazioni sociale, ci si informa, si approfondisce e si cerca quello che ci incuriosisce… In questo periodo, poi, hanno mostrato tutta la loro utilità nel preservare quel briciolo di socialità essenziale per noi adulti e ancor di più per gli adolescenti…

Come tutto il resto, i social non sono da demonizzare o da avvallare per partito preso, l’importante, come sempre, è comprendere il senso che i ragazzi danno alle relazioni virtuali.

Per prima cosa cerchiamo di comprendere meglio questo fenomeno. Andate un po’ indietro nel tempo a quando vi ispiravate alle ragazze della tv per scegliere un maglioncino o un paio di jeans, bene, oggi sono state sostituite dalle influencers! Non c’è molta differenza, solo che adesso si percepisce maggior vicinanza con chi vorremmo imitare, si percepisce anche che è facile arrivare alla fama e al successo che hanno e che chiunque (anche noi!) potremmo essere lei o lui un giorno non troppo lontano.

Sempre nei vostri ricordi pescate quelle feste di compleanno o quegli eventi che organizzavate nel dettaglio, dalla scelta dei vestiti, al luogo, a quello che avreste detto o fatto… poteva capitare che dalla quantità di gente presente al vostro evento si decidesse la vostra popolarità e il vostro futuro sociale… Oggi ci sono i followers! I ragazzi organizzano video o fanno foto o cercano frasi di sicuro effetto per captare quanti più spettatori possibili e quindi quanti più followers. La differenza è che adesso abbiamo a che fare con centinaia o migliaia di persone e questo può allontanare un po’ dalla realtà, pensando di “conoscere” ognuno dei millemila followers che apprezza la nostra identità virtuale.

Sempre dal vostro passato ripercorrete le interminabili telefonate con la vostra amica del cuore e i vostri genitori che vi intimavano di chiudere per studiare… Oppure quando cercavate di studiare alla velocità della luce per poter incontrare i vostri amici.

Perché ripescare questi ricordi?

Per capire che nulla è cambiato nei bisogni degli adolescenti… il bisogno di appartenenza, di mostrare una parte di sé accettabile e affascinante, la diversa scala di importanza che pone le relazioni sociali extrafamiliari molto più in alto dei doveri scolastici o familiari…

Allora cosa è cambiato?

Essenzialmente due cose: la velocità con cui si possono esprimere le preferenze attraverso i like, con cui in un secondo decido se quel personaggio mi piace o no, e, di conseguenza, la velocità con cui sentiamo di piacere o non piacere più; altro elemento importante di cambiamento è la quantità di pubblico che può raggiungerti o a cui si ha accesso, che toglie spessore alla complessità del singolo, che permettono di nascondersi nella nebbia dell’anonimato o di un gruppo e che riduce al minimo la responsabilità nelle relazioni.

Come ogni nuovo comportamento adolescenziale bisogna sempre pensare che non sono i social in se ad essere pericolosi, ma possono essere un buon canale per esprimere un disagio già esistente e da cui può essere difficile venirne fuori.

Quindi, che fare?

Il primo suggerimento è quello a cui probabilmente siete già arrivati: non impedire, non proibire, non mettere al bando i social, non demonizzarli…

Sarà davvero semplice eludere i vostri divieti e accedere alle varie bacheche, specialmente in questo periodo di iper esposizione ad internet. E, inoltre, se anche voi ne fate parte, mostrerete una grande incoerenza educativa.

Una volta accettati, bisognerà però condividere una vera e propria educazione social per condividere e sottolineare con i ragazzi cosa è davvero importante. Un po’ come nel passato c’è stata un’educazione stradale, civica, sentimentale… oggi c’è bisogno dell’educazione social!

Anche i social hanno delle regole: ricordate ai vostri figli che è importante non condividere contenuti che potrebbero ferire qualcun altro e segnalare tempestivamente se fossero oggetto di contenuti che hanno sentito come offensivi o addirittura violenti…  è molto importante per prevenire conseguenze pericolose.

È importante che comprendano quanto è importante non interrompere continuamente un compito per guardare anche solo un secondo gli aggiornamenti dei social. Probabilmente non accetteranno questa regola di buon grado… vale la regola dei piccoli passi: completare una singola espressione senza vedere il telefono, leggere il capitolo di storia prima di riaggiornare la pagina, spiegando loro che c’è un vero e proprio processo attentivo che se viene interrotto (anche per un secondo) porta ad allungare i tempi di svolgimento e a diminuire il profitto.

Interessarsi ai loro social, a come si presentano on line, capire se sono gli stessi che conosciamo o cambiano completamente dietro uno schermo, comprendere chi sono i loro followers, che contenuti seguono o pubblicano…. Potrebbe darvi uno spaccato interessante sulla vita di vostro figlio, e aprire un dialogo con lui…

È importante far comprendere loro anche che voi ci siete e che li vedete e li riconoscete anche nei piccoli cambiamenti giornalieri. Non mostratevi pressanti o preoccupati, non sarà utile né efficace, è uno sguardo diverso quello che vi chiedo: aperto, accogliente, sinceramente curioso e soprattutto amorevole…

Come sempre c’è un ma… data la vastità del pubblico e dato l’anonimato di molti profili, i social nascondono dei pericoli, perciò fatevi raccontare cosa fanno, se hanno conosciuto persone nuove, sia online che dal vivo, e che accade quando si siedono davanti al pc o al telefono, e abbiate un occhio più attento alle piccole variazioni.

Altro rischio che nascondono, forse anche più grave del primo, è la dipendenza e il ritiro sociale che spesso accompagnano un uso eccessivo dei social. Come vi dicevo, spesso svela un disagio precedente a cui prestare moltissima attenzione…

In questi casi, come in tutti in casi in cui “qualcosa non vi torna”… Contattate un professionista che possa aiutare vostro figlio e comprendere cosa si cela dietro i suoi comportamenti.

La sessualità in adolescenza

LA SCOPERTA DELLA SESSUALITA’

Gli adolescenti e la sessualità: argomento difficile e delicato e forse è anche un po’ arrogante pensare di affrontarlo in un unico articolo, perciò accenderò un riflettore su questo tema che permetta ai genitori di porsi tante domande e di trovare qualche risposta

La sessualità è fortemente correlata ad una serie di altri temi spinosi in adolescenza:

Il corpo in evoluzione, che cambia rapidamente e che spesso viene vissuto come involucro esterno e non come parte integrante dell’essere.

La scarsa protezione e il fascino del rischio e del proibito.

Le relazioni con i coetanei sentite come totalizzanti, imprescindibili e molto fisiche.

La definizione della personalità, che in adolescenza è anche, se non soprattutto, la definizione dell’identità di genere.

I social, demonizzati dai genitori e adorati dai ragazzi, mostrano una sessualità senza conseguenze, facile da ottenere e che interessa tutti gli altri aspetti della vita sociale.

In pratica, se parliamo del sesso in adolescenza possiamo toccare tutte le sfaccettature di questa fase così delicata.

Perciò, scopo di questo articolo non è definire cosa fare o non fare per gestire al meglio questo aspetto adolescenziale, ma descrivere delle situazioni a cui prestare attenzione, proporre piccoli accorgimenti che potrebbero prevenire conseguenze irreparabili, mostrare come si può rimanere in con-tatto con i vostri figli, anche quando sembrano essere inavvicinabili.

Prima vi faccio un paio di domande… Com’era da bambino o da bambina?

Era la vostra ombra? Era contrario ad ogni tipo di gesto affettuoso? Era poco propenso a mostrare le sue emozioni? O, al contrario, tutti sapevano se fosse triste, arrabbiato o allegro? Qual era la sua emozione principale: rabbia, tristezza, gioia?

Perché queste domande? Perché in adolescenza potrebbero riproporre, nel rapporto con il partner, esattamente le stesse modalità che mostrava da bambino nelle relazioni più intime e significative oppure… esattamente il contrario. Vi faccio un esempio: era scontroso e si cancellava dalla guancia ogni vostro bacio? Potrebbe avere la stessa modalità e quindi essere il bel ragazzo un po’ ombroso della scuola, oppure potrebbe essere il più romantico e affettuoso fidanzato nel privato della sua prima relazione adolescenziale.

Perciò non stupitevi se lo/la incontrate per strada mano nella mano con una ragazza o un ragazzo, e non fatelo sentire in imbarazzo per questo!

La parola d’ordine è AGIRE CON-TATTO: mai deriderlo per degli atteggiamenti affettuosi che origliate mentre è al telefono o in camera sua, mai sminuire crisi di pianto per la fine di una storia, mai fargli scenate perché il nuovo fidanzato proprio non vi va giù!

Dovete aiutarli a crescere, non a restare bambini! Quindi se finalmente esprime le sue emozioni non siate gelosi se con voi non l’ha mai fatto! Se è sempre arrabbiato e vi accorgete che lo è anche con il partner, no sorridete dicendo “è sempre stato scorbutico!” ma aiutatelo a capire come ci si sente dall’altra parte!

E qui scavalliamo nell’argomento Relazioni in adolescenza:

Se siete una coppia genitoriale stabile e pacata e innamorata buon per voi, avrete già fornito tutti gli esempi del caso con le vostre azioni. Ma se c’è stata qualche lite in loro presenza, mostrategli che si può chiedere scusa e riavvicinarsi, mostrategli che anche nella più furente lite il rispetto è imprescindibile. Se siete una coppia di genitori separati non vuol dire che non potete insegnar loro nulla con le vostre azioni: potete mostrare, ad esempio, come finire una relazione senza ferire gratuitamente l’altro, come creare nuove relazioni solide dopo la fine di una relazione importante.

Le relazioni dei vostri figli ripercorreranno le vostre relazioni, o almeno quello che loro pensano siano le vostre relazioni, perciò la parola d’ordine in questo caso è PARLARE CON VERTITA’.

Non sto dicendo che dovrete raccontare loro che problemi ci sono o ci sono stati con il loro padre o madre, anzi, questo proprio non dovete farlo! Quello che intendo è: non fate finta di passarvi il sale con estrema amorevolezza a cena se avete appena avuto una lite apocalittica.

Raccontare con verità a vostro figlio che c’è stato un diverbio, che non andate sempre d’accordo, ma mostrare anche come si può litigare restando in relazione, raccontare il vostro incontro, anche quando siete separati, raccontare delle vostre relazioni adolescenziali, può mostrare uno scenario diverso della vostra vita. Può limitare quel piedistallo su cui hanno messo la coppia genitoriale che sembra sempre felice, oppure può colmare quella fossa in cui avevano seppellito la coppia genitoriale separata, sempre in conflitto, a cui proprio non dover assomigliare.

Raccontare di voi e del vostro passato può contribuire a definire la loro personalità in continua evoluzione, ma non basterà. La loro persona si formerà con tentativi ed errori, esattamente come si è formata la vostra personalità… perciò qui la parola d’ordine è PRESENZA, SENZA SE E SENZA MA.

Vi mostrerete presenti quando sbaglia, quando è nel giusto, quando avrà dei dubbi sulla sua identità di genere, quando inizierà una relazione e quando la finirà. La presenza non è l’invadenza, è discreta, rispettosa, siete lì per lui o lei, non siete lì per voi e per tranquillizzarvi. Non state svolgendo un’indagine né state scrivendo un articolo per una rivista di gossip… aspettate, rispettate i suoi tempi, stategli accanto quando racconta e quando è in silenzio. Se non vi vuole nel suo spazio, ditegli che lo capite, e che quando vorrà voi sarete nella stanza accanto.

Può essere che vostra figlia vi chieda di poter andare dall’estetista anche se il giorno prima giocava con le bambole, può essere che vostro figlio provi a farsi la barba da solo e si tagli ovunque: sta scoprendo il suo corpo, sta cambiando pelle, probabilmente non si piace, probabilmente la motivazione dietro una richiesta di cambiamento è il ragazzo che le piace a scuola, non importa….

Siete ancora il loro specchio, non potete riflettere un’immagine antica del vostro bambino se di fronte avete un adolescente!

Accompagnatela dall’estetista di fiducia, dal barbiere per la prima barba, ancora una volta siate discreti, ma utili e presenti. Probabilmente non vorranno il vostro aiuto, lo scambieranno per una coccola infantile e saranno in imbarazzo, ma accetteranno volentieri una mano da un professionista.

Parola d’ordine: CONOSCERE IL PROPRIO CORPO. Accettarsi è il primo passo per amare quel corpo e non trattarlo male.

Qui entra in gioco un argomento che probabilmente vi imbarazza, oppure che non pensate vi riguardi ancora… La prima forma di sessualità adolescenziale è l’auto-erotismo!

Siete già diventati rossi? Spero di no, non c’è nulla di scabroso!

L’auto erotismo nasce per caso, scoprendo che ci sono parti del corpo che generano un tipo di piacere mai provato prima, poi è importantissima per conoscere cosa le o gli piace, cosa non gradiscono, com’è fatto il loro corpo, quali strane reazioni avvengono… prima di incontrare l’altro bisogna incontrare se stessi…

Probabilmente avete notato che resta più tempo sotto la doccia, o che va a dormire prima del solito: non entrate in bagno o in camera all’improvviso, non è più un bambino! Adesso la parola d’ordine è PRIVACY!

È molto importante lasciare che abbiano un’intimità e degli spazi solo per loro, non stanno commettendo nessun reato, è sano, fisiologico e, soprattutto, inevitabile.

 Avrete pensato che non ho ancora affrontato il tema centrale di questo articolo… non è così!

I social, la tv, internet e in generale tutta la società, ci propongono il sesso ovunque, mentre vendono una marmellata o mentre si presentano su instagram, perciò mi spiace rivelarvi che probabilmente i ragazzi sanno già tutto, forse troppo, sull’argomento. Se così non fosse e comunque per spiegare tutte le conseguenze a cui potrebbero andare incontro, come una maternità precoce e non desiderata o una malattia venerea, potrete contattare il consultorio di zona, potrete comprargli dei libri sull’argomento, potrete parlare loro apertamente: questo dipenderà dalla vostra sensibilità sull’argomento, dal rapporto che avete con i vostri figli, dall’educazione che avete avuto.

L’argomento su cui invece, purtroppo, gli adolescenti del nuovo millennio sono poco preparati e informati sono le relazioni. Una sessualità sana si inserisce all’interno di una relazione sana. Scegliere un partner che rispetterà i propri tempi, che mostrerà delicatezza ed empatia è il punto focale di un approccio sano alla sessualità. Conoscere ed amare il proprio corpo è basilare per non usare la sessualità come mezzo per ribellarsi, per provare l’ebrezza del rischio, che tanto li attira. Sapere che è sostenuto e che sarà accolto in ogni caso, è essenziale perché non si senta solo quando avrà bisogno di ascolto.

Non c’è un’età giusta per la prima volta, però può esserci la persona giusta, il luogo giusto…

Qualche volta andate a cena fuori e avvisateli per tempo, saprete da soli quando doverlo fare! Mostrerà loro che siete attenti, aperti a nuovi scenari sull’argomento, ma che preferite la protezione delle mura domestiche. Soprattutto, sapranno che vi fidate di lui e del vostro essere genitori.

Siete ancora preoccupati?

Se la risposta è sì, gli scenari possibili sono due:

Non avete molta dimestichezza con l’argomento sesso, vi imbarazza e vi preoccupa molto. Probabilmente avete ragione nel preoccuparvi, ma forse no… Parlatene con uno psicoterapeuta che si occupa di adolescenza, vi fornirà gli strumenti giusti per approcciarvi ai vostri figli.

Avete notato comportamenti rischiosi, una sessualità poco autoprotettiva, una scarsa attenzione al proprio corpo e una scelta dei partner poco rassicurante… Contattate un professionista che possa aiutare vostro figlio e comprendere cosa si cela dietro i suoi comportamenti.

Ah ultima precisazione: La vita è fatta per andare avanti, se andasse verso il passato ci sarebbe qualcosa che non va! Vostro figlio, per fortuna, sta crescendo, gioitene!

Le fasi dell’adolescenza

PRIMA, DURANTE, DOPO…

LE FASI DELL’ ADOLESCENZA

Se fino ad ora il vostro bambino vi ha mostrato il passaggio alla fase evolutiva successiva con gesti piuttosto eclatanti, la prima volta che ha sorriso, i primi passi, la prima parola, la prima volta che ha mangiato da solo e così via… Adesso è più difficile capire in quale fase della vita si trovi vostro figlio: superati i 10 anni circa è un susseguirsi di cambiamenti, a volte anche giornalieri, a cui seguono bisogni nuovi e nuove sfide.

Anche se in adolescenza nulla è definito e i confini tra ciò che è e ciò che era sono davvero labili, possiamo distinguere tre macrocategorie a cui corrispondono importanti passaggi di crescita.

Conoscendo le diverse tappe cognitive e i relativi stadi di sviluppo, i genitori possono scegliere di intervenire in modo più efficace e con meno dispendio di energie.

Preadolescenza:

10-13 anni

Il corpo cambia velocemente e inaspettatamente, si cresce in altezza all’improvviso, oppure inizia a spuntare un accenno di seno, o un po’ di peluria sul viso.

Quindi la sfida che si pone di fronte ai loro occhi è riscoprire il loro nuovo corpo, costruire una nuova immagine di sé, adottare un’identità di genere e iniziare a vivere la propria intimità sessuale.

I genitori possono stargli accanto, osservarli, scoprire cosa può aiutarli mentre cambiano pelle: un nuovo taglio di capelli, un paio di jeans nuovi cercati e scelti insieme… non proponete loro la stupenda gonna in tulle dello scorso inverno: probabilmente non ci staranno più dentro e molto più probabilmente la riterranno orribile.

In questo momento sono già combattuti al loro interno tra chi erano e chi stanno diventando, non hanno bisogno che anche voi gli comunichiate una confusione in tal senso.

Aiutateli a proteggere la loro intimità, a capire i loro nuovi gusti, aiutateli a sbagliare e a rialzarsi dopo di esso.

A tutti questi cambiamenti corporei potrebbe corrispondere una capacità di concentrazione ridotta, meno capacità mnemonica, maggior disorientamento. Il loro cervello sta cambiando, e esattamente come un aggiornamento di un’applicazione sul cellulare, c’è bisogno di un po’ di rodaggio prima che funzioni a pieno ritmo.

Potreste aiutarli con planning, post it, appunti e piccoli e grandi compiti da eseguire… come ho già spiegato nell’articolo sulla DAD, ad esempio. Seguite il loro ragionamento nel prendere una decisione: potrete solo aiutarli nel processo, la decisione sarà loro!

Poi prendete un bel respiro e andiamo avanti: non avete ancora affrontato la parte più difficile!

Adolescenza

13-17 anni

In questa fase il cambiamento è radicale ed evidente.

C’è bisogno di genitori preparati ad affrontare questi anni al loro fianco!

In questi anni è il gruppo a giudicare cosa è bello e cosa non lo è, cosa è permesso e cosa no. Potrebbero essere molto sensibili alle opinioni altrui, anche a quelle degli insegnanti e dei familiari. Potrebbero reagire con eccessiva rabbia, con pianti inspiegati e con ansia, a volte con ritiro sociale o con comportamenti rischiosi. C’è un’enorme pressione sociale su di loro, non sottovalutatela, non trattateli con sufficienza, per loro è importante. Avvicinatevi con empatia, fate sempre un salto indietro nel tempo e pensate “come avreste reagito voi alla loro età?” Asciugate loro le lacrime e aiutateli a comprendere che per quanto sono arrabbiati è importante rispettare le regole base di educazione. Mostrate loro come chiedere scusa e superare un litigio.

È auspicabile a questa età che abbiano una passione, uno sport o un hobby, che indirizzino la loro energia vitale verso qualcosa di costruttivo. Ma se dovessero decidere di non andare più alle lezioni di danza classica che frequenta dall’età di 5 anni, accettatelo!

A questa età si fanno importanti scelte per il futuro, il liceo, le amicizie, le passioni: potrebbero non cambiare mai più o potrebbero essere solo esperimenti di crescita. Assicuratevi che, qualora si rendessero conto di aver fatto una scelta sbagliata e decidessero di cambiare, il cambiamento non sia dovuto alla paura di mettersi alla prova, al giudizio dei coetanei o a scarsa autostima. In questo caso probabilmente fornirgli dei dati oggettivi circa la scuola, o altri ambiti, potrebbe aiutarli a scegliere meglio, e se non bastasse un appuntamento con un professionista potrebbe prevenire un’escalation di frustrazioni e scelte basate su presupposti sbagliati dopo.

A questa età le situazioni di rischio potrebbero dar loro particolare piacere, è fisiologico e dipende anche da dei neurotrasmettitori del cervello.  D’altronde è l’età in cui si affrontano talmente tante sfide nuove che la natura non poteva non prevedere di diminuire un po’ la dose di paura che è presente in infanzia ed età adulta.

Cercate di conoscere i loro amici, di aiutarli a riconoscere nei comportamenti altrui la vera natura degli altri, per poi decidere di fidarsi delle persone giuste, ma stategli accanto qualora fossero traditi, evitando inutili “te l’avevo detto!”

La capacità di costruire e mantenere delle buone amicizie è molto importante a questa età. Infatti, i ragazzi che hanno amici su cui contare o di cui si possono fidare sono meno esposti ai comportamenti rischiosi. Accade invece il contrario per i ragazzi che litigano spesso con gli amici.

Giovinezza

17-20 anni

A questa età la corteccia prefrontale e quasi del tutto formata, che vuol dire?

Che son rimaste poche scuse per spiegare una scarsa capacità di giudizio. Adesso sono assolutamente in grado di affinare le capacità decisionali e la loro facoltà intellettiva.

Hanno scelto l’università, probabilmente hanno una relazione stabile e probabilmente hanno già affrontato importanti delusioni affettive. Alcuno dovranno andar via, materialmente, di casa per frequentare l’università in un’altra città. Sperimentano la vera autonomia e tutte le sue conseguenze.

Vuol dire che il vostro compito di genitori è terminato?

Assolutamente no! Avranno bisogno di molto supporto emotivo nel distacco, di sapere che ci sarete nel caso decidessero di tornare a casa, tra le vostre braccia, di ricevere consigli pratici (se richiesti!). Di confrontarsi con persone di cui non mette in dubbio affetto e protezione. Avranno bisogno di una mano per rialzarsi quando cadranno e avranno bisogno di sapere che va tutto bene, anche se hanno sbagliato.

La follia in adolescenza

“SIATE AFFAMATI, SIATE FOLLI”

“Ma dove ha la testa?”

“Non ha un minimo di razionalità quando fa le cose?”

“Ma non pensa al suo futuro?”

Domande come queste sono all’ordine del giorno per ogni genitore di adolescenti…

Sembrano pure domande genitoriali, come quelle che i nostri genitori probabilmente si facevano su di noi.

In realtà, come spesso accade, i genitori usano le parole più adatte per descrivere quello che stanno vivendo, quello che provano i protagonisti del racconto.

COSA E’ IMPORTANTE CHIARIRE…

Le neuroscienze ci dicono che…

In genere non mi piace essere troppo scientifica e parlare in medichese, ma questa volta un paio di precisazioni serve.

Gli studi sul cervello possono spiegare in parte il mondo psichico degli adolescenti:

In adolescenza aumentano e migliorano i collegamenti neurali, migliorando l’efficienza e la velocità cognitiva, questo spiega l’estro, la creatività e la maggiore capacità intuitiva che spesso notiamo nei nostri ragazzi.

Ma questo spesso ci porta a pensare: ma è così intelligente, perché si comporta così impulsivamente??

Ecco che entra in scena un’altra area cerebrale: il lobo frontale.

Il giudizio, il tenere a bada gli impulsi, la capacità di pianificazione degli eventi, l’avere la pazienza, comprendere le intenzioni degli altri e il loro punto di vista sono gestite dai lobi frontali, anzi dalle connessioni che essi costruiscono con il resto del cervello.

Ecco, le aree cerebrali frontali sono le ultime a formarsi e a completare la loro maturazione.

Durante tutta l’adolescenza il lobo frontale continua il proprio processo di maturazione, incrementando progressivamente le connessioni con le altre aree cerebrali e questo processo continua fino ai trent’anni.

C’è quindi una spiegazione scientifica molto solida alla scarsa dimostrazione di comportamenti razionali in questa fascia d’età.

La psicologia ci dice che…

In adolescenza si sviluppa il nostro sistema identitario, decidiamo chi siamo e chi vogliamo diventare, si sviluppa l’identità sessuale e si definisce il mondo relazionale e sociale.

A tutto questo corrisponde un corpo in costante e repentino cambiamento, un corpo che non riconosciamo più come nostro e un mondo esterno in evoluzione, c’è più libertà, si ricerca meno la presenza di mamma e papà, si vive di più l’esterno della famiglia.

Come si fa a cercare di definirsi mentre tutto cambia?

Ci si spinge sempre più ai confini, si cerca sempre più di esplorare, di trovare il nostro limite estremo. Si cercano anche ideali assoluti e rigidi che ci sostengano e ci facciano sentire più al sicuro.

Come si traduce tutto questo nella realtà?

Davanti a noi abbiamo un ragazzo che spesso si trova in situazioni potenzialmente rischiose, che difficilmente soppesa i pro e i contro prima di agire, che non sempre riesce ad assumere il punto di vista altrui, ma che è anche molto intuitivo, che ama lottare per i propri ideali e che ha slanci di creatività elevatissimi: insomma un adolescente!

“SIATE AFFAMANTI, SIATE FOLLI”

Quando Steve Jobs ha pronunciato la parte finale del suo celebre discorso alla Stanford University di Palo Alto stava parlando al “nuovo” che avanzava, come lui stesso racconta in un’altra parte del discorso, ai giovani laureandi che l’adolescenza l’avevano appena attraversata. https://www.ilfoglio.it/articoli/2011/10/06/news/siate-affamati-siate-folli-il-discorso-di-jobs-alla-stanford-university-63259/

Anche questa volta si è dimostrato il genio visionario che conosciamo tutti noi.

È questo che dobbiamo trasmettere ai ragazzi che attraversano la fase più difficile e decisiva della loro vita.

Perché? Vi chiederete… mio figlio è già abbastanza affamato e folle senza che glielo dica io!!!

Perché da tutto quello che ho scritto in questo articolo si evince che gli adolescenti sono per natura affamati di vita e folli. Possiamo scegliere solo se essere accanto a loro o no…

Nella loro fame di vita decideranno le loro passioni, probabilmente la loro vita futura, a volte i loro compagni di vita e il luogo in cui vivere. Quante volte vostro figlio o un vostro alunno adolescente vi ha detto da grande vorrei essere un cantante, un attore, un medico o chissà che altro…

Cosa gli avete risposto?

Non saziate la loro fame, non togliete loro la voglia di cibarsi a morsi della vita: è il tempo dei tentativi, delle sperimentazioni, delle delusioni e delle sconfitte, ma anche delle vittorie e delle passioni più accese…

Permettete loro di scegliere di cosa cibarsi, aiutateli a comprendere come scegliere, non aiutateli a scegliere.

Non spegnete la loro follia… è la follia che li spingerà verso i loro sogni, che farà sorgere in loro i desideri, che accenderà quella luce che vedete negli occhi degli adolescenti pieni di vita.

Non siate spaventati, a questo punto avrete dato loro tutti gli attrezzi per poter sopravvivere, ma il vostro compito non è terminato: aiutateli a comprendere che ha tutte le carte in regola per scegliere, che è la sua follia che deve seguire, non quella del gruppo. Comunicate loro con forza che vi fidate di lui, del suo giudizio, che sapete che farà di tutto per evitare i rischi evitabili. Chiedete loro se si sono divertiti quando torna a casa, se sono innamorati, se hanno dei sogni… aiutateli a realizzare i loro sogni…

Sono molto grata ai miei pazienti adolescenti perché mi regalano sempre un po’ della loro vitalità stupenda e inebriante, mi insegnano come si fa a cambiare pelle quando quella vecchia va un po’ stretta, mi fanno sentire la forza di chi crede che ci sia un bianco e un nero, una parte giusta e una parte sbagliata.

Il mio compito è mostrare loro i chiaroscuri, permettergli di mostrarsi ancora un po’ bambini, qualora ne avessero bisogno, che possono riposarsi e dire no, che possono salutare la loro vecchia pelle e ringraziarla per averli protetti fino a quel punto e sostenerli mentre ne costruiscono una nuova… poi faccio il tifo per loro!

Siate curiosi dei vostri figli, della loro vita: vi regaleranno un po’ di quella fame e di quella follia che forse un po’ avete perso per strada…

La didattica a distanza in adolescenza

LA DIDATTICA A DISTANZA

Ebbene si, è arrivato, il tanto temuto DPCM che impone il 75% della didattica a distanza per le scuole superiori è attivo.

Molto probabilmente i genitori si stanno chiedendo… Chissà che faranno a casa tutto il giorno mentre io sono al lavoro? Perderanno momenti importanti per la loro crescita sia relazionale che scolastica? Come faccio a fargli capire che è un periodo complicato in cui è necessario restare a casa senza spaventarli più del dovuto? Come responsabilizzarli rispetto all’importanza dell’autogestirsi rispetto alla DAD?

Molto probabilmente i figli si stanno chiedendo… riuscirò da solo a casa ad essere all’altezza della DAD? Come faccio ad essere vicino ai miei amici anche durante una pandemia, senza la scuola? A volte ho paura del covid, ma sono troppo giovane per ammalarmi sul serio…oppure… A scuola non mi trovavo bene, mi stancavo, mi prendevano in giro e prendevo brutti voti, in fondo non è male restare chiusi in casa!

SONO DOMANDE E PENSIERI LECITI, SANI E, PERCIO’, AMMISSIBILI!

CERCHIAMO DI RIFLETTERE INSIEME SULLE POSSIBILI RISPOSTE…

Iniziamo dal luogo della dad: è importante scegliere insieme ai ragazzi dove intendono sistemare il computer e creare uno spazio dove poter avere accanto libri e quaderni. Un luogo ben illuminato, lontano dalla tv, dove il segnale wifi arriva bene e dove il passaggio di fratelli o genitori può essere evitato o limitato. Si può esporre in questo spazio un planning con l’orario di dad e l’orario dedicato ai compiti post didattica e alle pause.

I tempi della dad: concordate insieme ai ragazzi, tenendo conto dell’orario stabilito dai professori, come gestire al meglio le ore, prevedendo insieme a lui pause in cui fare merenda, modalità con cui relazionarsi con i compagni, momenti in cui poter guardare i social…

Rispetto ai social: meritano un approfondimento. Infatti non illudetevi pensando che i ragazzi di non accedano ai social mentre hanno un device davanti: sono soli in casa e non sono sorvegliati da nessuno… è proprio una battaglia persa in partenza! Piuttosto si può chiedere loro di avere rispetto per l’insegnante e non distrarsi mentre spiega. Si può far notare loro che è difficile anche per i docenti questo nuovo modo di fare scuola e che è necessario l’impegno di tutti. Si può dare loro fiducia, spiegare ai ragazzi che siete sicuri che riusciranno a resistere per un paio d’ore senza guardare l’ultima notifica appena apparsa. E, se siete in smart working a casa, potete dar loro l’esempio: fate una gara, chi riesce a non guardare il cellulare per più tempo? Non fingiamo che anche noi non siamo dipendenti in una qualche maniera dai social!!!

Chiedete e ascoltate: quando tornate a casa, o quando terminate il lavoro, chiedete com’è andata, se sono riusciti a restare collegati per tutto il tempo, se hanno avuto problemi, di che tipo. Lodateli per la resistenza: richiede molta più energia cognitiva seguire attraverso uno schermo piuttosto che dal vivo.

Interessatevi a tutti gli ambiti della loro vita: non concentratevi solo sulla scuola, chiedete anche se sono riusciti a chiacchierare un po’ con i loro amici, se hanno visto un po’ di tv e cosa hanno visto.

Fate un esame di realtà rispetto al covid: è pericoloso, è importante essere attenti e rispettare tutte le misure igieniche che ci hanno insegnato in questi mesi, è importante che sappiano che un loro comportamento a rischio può essere pericoloso per loro, ma può essere molto più pericoloso per nonni e parenti più grandi. Ma non spaventateli, vivono un periodo difficile, sono bombardati da notizie e opinioni, non è necessario che anche i genitori contribuiscano a ciò.

Chiedete aiuto a tutta la famiglia: chiedete a nonni e zii di telefonare ai ragazzi mentre siete al lavoro, di mantenere un contatto (non troppo inquisitorio!) con loro attraverso chiamate e videochiamate; è un monitoraggio che può contribuire a farli sentire contenuti e visti, senza sentirsi troppo controllati.

Ricordate che siete gli unici, o fra i pochi, contatti in presenza che hanno. State loro vicino con tatto, parlate loro e dedicategli del tempo. Sarà sufficiente mezz’ora al giorno, ma di qualità, di ascolto e di vicinanza per comprendere se c’è qualcosa che non va.

Se vi accorgete che c’è un eccessivo ritiro dalla vita sociale, un isolamento, oppure notate comportamenti a rischio, che denotano scarsa protezione di sé, non esitate a rivolgervi ad un professionista che, agendo tempestivamente, potrà migliorare l’equilibrio familiare in  minor tempo.

Il gruppo dei pari in adolescenza

IL GRUPPO DEI PARI

Spesso i genitori di adolescenti si sentono messi in secondo piano, sminuiti dal gruppo di amici che sembra aver rapito loro figlio.

Ma cosa rappresenta il gruppo per un adolescente?

  • Rispecchiamento:

vostro figlio sta diventando un adulto, ma non sa come si fa… nel gruppo trova un concentrato di potenziali caratteristiche che potrà osservare, in cui potrà riconoscersi e che potrà provare anche indirettamente, attraverso le esperienze degli altri componenti, e che potrà scegliere se fare proprie o meno.

  • Protezione:

nel passaggio da bambino ad adulto in divenire si troverà sempre più spesso ad affrontare nuove sfide, ad instaurare nuove relazioni e ad avere nuove paure, tutto questo spesso in un ambiente diverso da quello familiare; ecco che subentra il gruppo: una nuova famiglia, diversa dal nido dell’infanzia, con nuove modalità protettive e di sostegno.

  • Definizione della personalità:

attraverso le relazioni interne al gruppo viene definita la sempre più sfaccettata personalità del ragazzo, il nuovo ruolo sessuale, la sua autostima le sue nuove caratteristiche sociali che formeranno l’adulto che diverrà….

  • Sviluppo emotivo e cognitivo:

il riconoscimento di stati emotivi altrui, attraverso le nuove competenze relazionali e la capacità riflessiva sempre più accentuata sono proprio le esperienze di cui l’adolescente ha bisogno in questo momento per un adeguato sviluppo delle sue abilità cognitive ed emotive.

  • Soddisfa il bisogno di appartenenza:

uno dei bisogni fondamentali, viene sperimentato per la prima volta al di fuori dalla famiglia. Questo aiuta l’adolescente a sostenere il fisiologico processo di separazione continuando ad avere una rete di protezione anche lontano dal nucleo familiare.

Cosa possono fare i genitori?

Assodato che la funzione del gruppo è essenziale e fondante nel processo adolescenziale, cosa possono fare i genitori?

  • Definire orari, regole e luoghi chiaramente e precisamente:

concordare orari che comprendano lo studio, il giusto tempo per cena e riposo e il giusto tempo per svagarsi; chiedere dove si incontreranno, con quali mezzi; definire cosa non è assolutamente ammissibile all’interno delle regole familiari.

Le regole non devono essere imposte, a volte sarà necessaria una lunga ed estenuante trattativa, ma sarà importante per arrivare ad una regola chiara e rispettabile per tutti.

  • Creare più occasioni domestiche possibili per permettere l’incontro tra pari:

una cena fuori per i genitori può essere una buona occasione per organizzare una cena tra adolescenti in casa… avrete l’occasione di conoscere meglio i suoi amici, senza risultare troppo intrusivi e oppressivi.

  • Ascoltare senza giudizio:

non possiamo comprendere nel profondo tutte le dinamiche che contraddistinguono il gruppo, ma fidatevi se per vostro figlio sono cose di vitale importanza, empatizzate. Non vi viene chiesto di trovare una soluzione, solo ascolto e sostegno…

  • Fidarsi:

Ultimo ma non meno importante è far comprendere che riponete fiducia in lui… questo lo responsabilizzerà, e accrescerà la sua autostima, limitando le occasioni di pura emulazione.

Se tutto ciò non dovesse bastare…

Se notaste comportamenti che vi preoccupano eccessivamente potrebbe risultare importante e preventivo richiedere una consulenza o un supporto psicologico, per ripristinare l’equilibrio familiare ed evitare esiti difficili da gestire per la crescita sana del ragazzo.

L’amicizia in adolescenza

L’AMICIZIA E’ UNA COSA SERIA!

“Loro mi capiscono! Tu non sai niente di me!!”

Vostro figlio adolescente vi ha mai detto (o forse dire urlato) questa frase, o una frase simile?

Se si… beh, ha ragione! Leggete tra le righe di questa frase, probabilmente i suoi amici capiscono molto meglio di voi una fase della vita che avete superato da un pezzo, e che avete affrontato in un altro decennio; forse davvero non sapete nulla di lui, non vi racconta più tutto… ed è giusto così!

E’ sano e fisiologico che in pre adolescenza ci si allontani dalle figure genitoriali, è una fase di transizione, in cui si cerca di diventare adulti e non si può più dipendere emotivamente solo da mamma e papà… Ma può far paura il mondo senza qualcuno che ti tiene la mano… per questo ci sono gli amici!

Considerate i loro amici un infinito eserciziario per imparare a stare al mondo senza mamma e papà: insegnano l’affetto, la rabbia, i tradimenti e la fiducia; insegnano che c’è un limite (ma che va oltrepassato per mettersi alla prova), ma anche che non c’è alcun confine tra noi e il gruppo (in gruppo fa meno paura il mondo)…

Cosa possono fare i genitori?

Possono offrire loro un ambiente in cui è possibile avere sostegno e comprensione quando lo desiderano; possono dar loro ascolto, senza mai pretendere che loro parlino, possono ascoltare i loro silenzi e i loro comportamenti. Possono lasciare sempre una porta aperta, anche dopo mille volte in cui si sono rinchiusi nella loro cameretta lasciando fuori gli adulti.

SI può aver fiducia nel rapporto che si è costruito con loro finora, si può aver fiducia nel bambino che è stato e che abbiamo accudito, amato e coccolato… Fiducia nel saper dare il giusto sostegno e soprattutto fiducia in vostro figlio.