Il lutto: spiegare la morte ai bambini

Non so se vi è mai capitato di assistere ad una conversazione simile, a me ha fatto sorridere, ma anche molto riflettere. 

La parola morte e il verbo morire sono persino difficili da coniugare per un bambino di questa età; le informazioni che riceve sono diversissime, e arrivano da diverse fonti (genitori, scuola, amici, tv…) ma sono sempre poco chiare, poco definite… e alla fine i piccoli deducono le loro personali idee inserendole in uno “spremiinformazioni” personalissimo.

Parliamoci chiaro, non è un bell’argomento da affrontare con i piccoli: è doloroso, imbarazzante, difficile… spesso si ritiene inutile far entrare l’argomento morte nei discorsi dei bambini. Si pensa “forse non se ne ricorderanno nemmeno”… ma non è così!

I bambini sono attentissimi agli stati d’animo dei più grandi, soprattutto se i grandi sono mamma e papà, perciò se vi vedranno tristi si chiederanno il motivo, e se nessuno spiegherà loro nulla si daranno le loro fantasiose spiegazioni… 

Non coinvolgere i bambini, pensando di proteggerli, può, al contrario, far sentire il bambino escluso e solo nel suo dolore, senza poterlo condividere con qualcuno.

Perciò, come sempre, la migliore soluzione è parlare con loro ed ascoltare…

Detto ciò… come parlare con loro??

Le esperienze che possono portare il bambino a farsi domande sulla morte sono varie: sarà molto diverso se è venuto a mancare il cagnolino di casa, un lontano parente, un nonno, o addirittura un genitore o un fratello o sorella. 

Sarà un percorso diversissimo se c’è stata una lunga malattia o se è stato un evento improvviso…

C’è una grande differenza anche a seconda dell’età del bambino…

Insomma le variabili sono moltissime e non riuscirò ad analizzarle tutte in questo articolo, ma non voglio darvi facili istruzioni da eseguire alla lettera… piuttosto vorrei darvi degli elementi per farvi riflettere e perché troviate il vostro personale modo per stare accanto ai vostri bambini.

Prima di iniziare a pensare a cosa dire ai bambini, vi chiedo: come state? Come vi ponete di fronte all’argomento morte? Ne siete spaventati? Siete addolorati? È un argomento che vi imbarazza? Chiarite questi ed altri interrogativi con voi stessi prima di parlare con i piccoli, perché saranno le vostre emozioni che veicoleranno il messaggio ai più piccoli, perciò occorre che ne siate consapevoli.

L’età dei bambini conta molto e le differenze sono sostanziali:

Se fino ai 3 anni non sarà pienamente consapevole della differenza tra vivo e morto, sarà però molto turbato dal vostro stato emotivo, perciò avrà bisogno di meno spiegazioni, ma di vicinanza fisica e rassicurazione emotiva; dai 3 ai 5 anni potrebbero pensare che dalla morte si torni indietro, magari con un bacio come Biancaneve, perciò avranno bisogno di un segno tangibile di passaggio, di sapere dov’è adesso la persona che non vedono più tutti i giorni; i bimbi della scuola primaria hanno già un’idea molto vicina alla realtà della morte, a quest’età hanno bisogno di informazioni precise e di presenza, ma hanno anche bisogno di esprimere i loro interrogativi e le loro emozioni, potrebbero infatti voler sembrare più grandi della loro età, e nascondere le emozioni…

L’importanza del saluto: 

Se c’è stato il tempo, anche molto doloroso, di una lunga malattia è probabile che ci sia stato un saluto importante e significativo, che sarà importante ricordare ai bambini quando si comunicherà la notizia.

Se questa possibilità non c’è stata, possiamo comunque permettere ai bambini di salutare chi non c’è più con diverse modalità: per i bambini più piccoli potreste scrivere una lettera da parte del defunto e leggergliela, può essere importante un amuleto, un giocattolo o un simbolo che porti un saluto; i bimbi più grandi potrebbero, al contrario, scrivere una lettera o fare un disegno di saluto per chi non c’è più. 

Congedarsi è importante per adulti e bambini, è il primo passo per elaborare l’assenza.

Occorre che i piccoli sostituiscano l’immagine reale e fisica con un’immagine interna, un ricordo appunto.

Rispettare i tempi:

Ognuno ha bisogno dei suoi personalissimi tempi per comprendere, accettare ed elaborare il lutto, e anche i bambini hanno i loro tempi… Rispettateli! 

L’albero dei ricordi:

nell’articolo L’ALBERO DELLA MEMORIA: PARLARE DELLA MORTE AI BAMBINI vi parlo di un libro che potrà aiutarvi a parlare della morte con i bimbi, L’albero dei ricordi…

Potrebbe essere utile e bello per tutti costruire o piantare un personalissimo “albero dei ricordi”, o costruire una scatola dei ricordi… qualsiasi cosa che possa permettere al bambino di tenere in vita la persona che non c’è più nel ricordo e nel cuore… 

Bisogno di appartenenza:

quando un nonno o una nonna se ne vanno, o, peggio, quando è un genitore che viene a mancare, è importante che un senso di comunità pervada tutta la famiglia; è importante che tutti siano sostenuti e si sostengano a vicenda. Il bambino potrebbe aver perso le coordinate, è importante che senta di avere una comunità che è in grado di prendersi cura di lui, anche quando il genitore rimasto vedovo o orfano è troppo triste per farlo.

Bisogno di sicurezza:

I bambini potrebbero pensare che quello che è successo al nonno o al genitore che ha perso possa capitare anche a lui, o ad altri componenti della famiglia. È necessario che siano rassicurati su questo, e prima ancora, è necessario che venga esplicitata questa loro paura, che magari conservano segretamente. Perciò chiedete cosa pensano di quello che è accaduto, se pensano che possa accadere anche ai bambini, poi rassicurateli.

Comprendere cosa sta accadendo dentro di loro:

Dentro di loro c’è un turbinio di emozioni e pensieri… hanno bisogno che qualcuno legga queste emozioni al posto loro. Hanno bisogno di avere il permesso di essere arrabbiati con chi se n’è andato, di essere tristi, preoccupati… ma anche il permesso di stare con i loro amici se ne hanno voglia, senza sentirsi in colpa. Per fare questo l’unico modo è parlare con loro e condividere quello che anche voi state provando, se anche voi siete tristi o arrabbiati, ad esempio… sarà più facile per loro comprendere quello che sta accadendo dentro di loro.

I bambini parlano in tanti modi, con il corpo, il disegno, il gioco… prestate loro attenzione, osservate e chiedete a loro cosa vogliono esprimere.

Racconti e riti di passaggio:

Anticamente, dopo la dipartita di qualcuno, i vivi si riunivano per raccontare aneddoti ed episodi belli, brutti, divertenti o tristi del defunto. Fate partecipare anche i piccoli, è bello per tutti raccontare ed ascoltare storie, è un modo per salutare chi se ne va e per tenerlo nel cuore. 

La partecipazione ai riti di passaggio è abbastanza controversa… una regola generale può essere permettere ai bambini di partecipare, affidandoli magari ad una persona meno coinvolta nel ltto, che sappia sostenerli e portarli fuori dalla chiesa, ad esempio, al momento opportuno, e che sappia spiegare cosa sta accadendo, qualora i genitori siano troppo presi dalla cerimonia.

Chiedete aiuto!!

Se siete soli, o non vi sentite in grado di sostenere i vostri bambini, è fondamentale che siate sostenuti voi in prima persona per sostenere il bambino! L’elaborazione del lutto in età infantile passa attraverso l’elaborazione del lutto dei genitori, perciò è indispensabile che vi prendiate cura di voi stessi e del vostro dolore per potervi prendere cura dei vostri bimbi.

Osservate:

Se il bambino ha reazioni mai avute prima, di rabbia o regressivi, anche dopo alcuni mesi dall’evento; se ha problemi nel sonno o nell’alimentazione; o se, al contrario, è distratto, assente, senza esprimere nulla circa la perdita… Rivolgetevi ad uno specialista, prima accogliete le difficoltà del bambino prima elaborerà il suo lutto.

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