Mi regali un libro?

Ascolta il mio cuore

Di Bianca Pitzorno

Edito da Mondadori

Prima faccio una confessione: questo è stato il mio primo vero romanzo, e forse per questo, il mio preferito…

Le protagoniste Prisca, Elisa e Rosalba, dopo un po’ erano diventate mie intime amiche, le prime volte che ti batte il cuore per le prime cotte, le volte in cui ti batte forte il cuore per la rabbia, o quando batte veloce per la paura o lento per la tristezza… 

Insomma quando hai nove o dieci anni, inizia a batterti il cuore per i motivi più disparati… Far sentire quel battito a qualcuno che ti capisce davvero, come un’amica, condividere le passioni e le lotte contro le ingiustizie, diventare paladine di chi sta passando un periodo difficile… 

Le protagoniste sono bambine, un po’ ribelli e un po’ passionarie, paladine di un mondo più giusto e di un futuro più bello…

Le ragazze sono nel periodo di mezzo tra primaria e scuole medie, e Bianca Pitzorno riesce a descrivere quel tumultuoso e delicato passaggio come solo lei sa fare…

È un libro a cui e per cui batte il cuore, ti fa sentire grande… e, ad un certo punto pensi “capita così anche a me!!!”

Il labirinto dell’anima.

Di Anna Llenas 

Edita da Gribaudo

Come si fa a spiegare cos’è l’anima ad un bambino? 

Semplice: non si spiega! 

Come tutti i concetti primordiali, che ci accompagnano sin dagli inizi della civiltà, anche l’anima ha un significato istintivo, che difficilmente può essere spiegato con certezza.

Perciò le immagini aiutano più di mille parole, la ricchezza del nostro mondo interiore è fatta da tantissime immagini e da diversissimi colori. 

L’età consigliata per questo libro è dai 4 anni, ma per me è un libro da regalare a bambini, adolescenti e, perché no, anche adulti. 

A volte ci sentiamo ottimisti, a volte sensibili, a volte arrabbiati, a volte impulsivi o egoisti, a volte ci si sente rotti… 

Le immagini regalano un significato immediato a queste “versioni di noi”, le parole spiegano meglio e potrebbe accadere di dire, leggendo una pagina o l’altra: “ecco! Proprio così mi sento!!”

Dare un nome ai nostri Stati d’Animo può essere rassicurante, ci fa sentire meno soli, ci rende umani, perché tutti gli umani possono sentire queste emozioni, ci permette di avere un punto di vista diverso…

A differenza dei labirinti canonici, da questo labirinto non usciremo, ma resteremo su una pagina o l’altra a seconda del momento, d’altronde quando scopriamo la bellezza della nostra anima perché mai dovremmo uscirne??

La mia pagina preferita è il coraggio, è una donna vestita di rosso il simbolo di questo stato d’animo che non vuol dire affatto non aver paura, ma, anzi, vuol dire conoscere la paura e saperla affrontare, con cuore e passione… Qual è il vostro stato d’animo preferito??

Io Fuori… Io Dentro…


Di Cosetta Zanotti,

Illustrazioni di AntonGionata Ferrari.
Edito da Lapis

Non è facile per nessuno focalizzare cosa proviamo dentro e differenziarlo da ciò che esprimiamo all’esterno… nemmeno per gli adulti.

Si pensa che i bambini esprimano tutto ciò che sentono, “la bocca della verità” si dice… spesso è vero, ma già a due anni di età hanno ben chiaro cosa è concesso esprimere in quella famiglia e come esprimerlo: hanno già imparato un codice, quello tipico della cultura in cui sono nati e della famiglia che li ha in cura. 

Questo non è un bene o un male, è così e basta… 

Si impara molto presto che non riusciamo ad esprimere tutta la rabbia che abbiamo dentro, né la tristezza… a volte la gioia che sentiamo è talmente grande che è difficile esternarla appieno…

Per i bambini piccoli è ancora più difficile esprimere tutto ciò con le parole, perciò ce ne sono poche in questa lettura, ma i disegni esprimono molto, molto di più…

Vi ho parlato nel precedente articolo di quando è utile accompagnare un bambino in terapia in alcuni momenti familiari (Quando portare un bambino in psicoterapia?), questo libro può aiutarvi a comprendere meglio quello che sente. 

È importante che il bambino sappia che, se le modalità per esprimere tutto quello che sentono variano in base al contesto, quello che sentiamo dentro può essere potente, inebriante, distruttivo o, a volte, terrorizzante… (ve ne ho parlato anche nella serie di articoli sulle emozioni: Le emozioni dei bambini).

Ogni pagina ha un protagonista diverso, perché è importante che i bambini non si identifichino con una o un’altra emozione…

È un libro che possono “leggere” i bambini, nel senso che possono raccontare quello che vedono nell’immagine, basterà solo che l’adulto legga con il tono adeguato “io Fuori” o “io Dentro”…

Fatevi raccontare da loro cosa vedono, se anche a loro è successo, come si sentono dentro quando gli date il bacio della buonanotte? 

Perciò… se quando la mamma mi dà un bacino fuori sono felice ed emozionato… dentro… beh dentro sono leggero volo con gli uccellini e tutto intorno a me è rosa e color pastello…

Ma, quando mi sgridano… fuori c’è solo una lacrima, ma dentro mi sento tutto a pezzettini, come rotto…

Quando ho paura… io fuori sono immobile, non riesco a muovere un muscolo, tremo solo un pochino… ma perché io dentro mi sento piccolo piccolo con un drago enooormeeee che mi ta per mangiare….

Ma quando le persone intorno a me sono felici… beh allora io fuori sono felice con loro, ma dentro… sono sulle montagne russe, sento quel brividino nella pancia, ho quasi le vertigini, tutto è colorato e urlo di gioia!!!

L’albero dei ricordi, parlare della morte ai bambini

Britta Teckentrup

Gallucci Editore

Volpe aveva avuto una vita lunga e felice, 

ma ormai era molto stanca. 

Diede un ultimo sguardo al suo amato bosco, 

chiuse gli occhi e si addormentò per sempre.

L’autrice ed illustratrice tedesca Britta Teckentrup racconta con grande sensibilità la scomparsa di qualcuno che ci è caro.

C’è tristezza in questo libro, perché bisogna educare i bambini ad accogliere la tristezza senza esserne spaventati. La tristezza però si trasforma presto in un richiamo per la comunità di vicinanza e condivisione, e, attraverso questo sostegno reciproco tornano i sorrisi pensando a chi non c’è più.

La chiave di lettura è tutta nella prima frase. C’è un tempo per tutti, l’importante è farsi sorprendere felici, l’importante è il saluto, quell’”ultimo sguardo al suo amato bosco”.

È questo che dobbiamo spiegare ai bambini, non dobbiamo aver paura della morte, l’importante è farci trovare vivi quando arriva. L’importante è sentire lo sguardo di saluto della persona che se ne è andata dentro di noi.

Il libro mostra anche come trasformare l’assenza in presenza attraverso il ricordo. Raccontando come l’albero dei ricordi possa far sentire ancora la volpe presente e viva nella memoria di tutto il bosco. Ma prima ancora che con le parole lo fa con le immagini e i colori: quell’arancione vivo del manto della volpe che muore diventa l’arancione delle foglie del maestoso albero che diventa sempre più ricco man mano che i ricordi vengono raccontati da chi alla volpe voleva bene davvero. 

Il ricordo, così come l’albero del bosco, è dove tornare per sentire ancora la presenza di chi non c’è più, sentirne il calore e la vicinanza.

Parlare della malattia di un genitore con i libri

A volte, attraversiamo dei momenti difficili da metabolizzare. 

A volte siamo molto preoccupati per noi e non riusciamo a rassicurare i più piccoli.

A volte siamo noi nell’occhio del ciclone e non riusciamo a stare accanto a chi è intorno a noi.

A volte un racconto ha le parole giuste.

A volte la parola scritta ci permette di mettere uno spazio tra le emozioni forti di paura, tristezza e rabbia e quello che vogliamo realmente esprimere…

A volte le immagini di alcuni libri arrivano più dirette di mille parole…

Oggi vi parlo di tre libri (ma ce ne sono molti di più sul tema), spiegano in modo diverso e per diverse età la malattia ai bambini. 

In tutti e tre emerge la cascata di emozioni che derivano da un evento come questo:

la paura iniziale, la tristezza delle cure difficili e spossanti, la rabbia dei bambini che si sentono privati di un genitore. 

In tutti ci sono spunti su come raccontare, su come rispondere alle domande, su come trasformare la routine familiare per trovare un equilibrio anche quando tutto sembra vacillare…

La pazienza dei sassi

Di Ierma Sega 

Illustrato da Michela Molinari

Edito da Il prato edizioni

Questo è un libro gentile, paziente, elegante, ma d’impatto. Solo con la pazienza il mondo di Luca, che si è capovolto all’improvviso, potrà trovare nuova stabilità e un nuovo equilibrio e nuova speranza…

Quando il mio papà è tornato

di Margherita Rean Aussel 

illustrato da Ilaria Pigaglio

(Scaricabile sul sito dell’aimac, dove si può anche fare una donazione https://www.aimac.it/libretti-tumore/quando-papa-tornato)

 Anche il papà più forte del mondo può essere stanco per colpa di una malattia brutta e antipatica… In questo libro ci sono parecchie risposte alle domande dei bambini, ed emerge tutta l’importanza dell’altro genitore che può riuscire ad alleggerire una situazione pesantissima e può trasformare un’esperienza potenzialmente insuperabile in un momento di grande vicinanza e rassicurare i piccoli di casa con un po’ di gioco, fiaba e magia.

 Mamma uovo. La malattia spiegata a mio figlio (c’è anche la versione papà uovo, a seconda che l’ammalato sia il papà o la mamma)

Di Gabriella De Benedetta, Silvia D’Ovidio, Antonello Pinto

Illustrato da    S. Staino

Edito da Marotta e Cafiero

La malattia, ma anche le cure, la chemio, gli effetti collaterali… il linguaggio è semplice e i disegni efficaci: la verità medica a portata di bambino.

Sono tre libri, ma ce ne sono molti di più…

Ma questa volta vi propongo un nuovo libro, scritto da voi!

Se ne avete voglia e se avete abbastanza energie, la fiaba migliore per spiegare quello che vi sta accadendo la potete scrivere solo voi… Inventate un linguaggio speciale, magico o buffo, per parlare del tumore;  raccontate del drago da sconfiggere, descrivetelo, disegnatelo; trasformatevi in eroi, anche se con una macchia e un po’ di paura; parlate, con tutto l’amore e la semplicità che potete, delle vostre emozioni al vostro bambino…. Lo apprezzerà! 

E, ne sono sicura, sarà terapeutico anche per voi!

Un libro per raccontare la separazione

MIA MAMMA È UN ALBERO, MIO PAPÀ UN ORSO

 di Luca Tozzi

illustrato da Sara Carpani

edito da Il leone verde Edizioni

Cosa accade quando mamma e papà si separano? Ve ne ho parlato nel precedente articolo, MAMMA E PAPÀ SI SEPARANO, questo è un libro che può aiutarvi nel comunicarlo ai bambini…

È difficile spiegare ai bambini che vi separate perché litigate troppo: potrebbero controbattere “anche io e Giovanni litighiamo sempre, ma poi facciamo pace”, oppure “anche noi fratelli litighiamo, ma ci costringete a dormire nella stessa stanza”…

È complicato per loro comprendere che non siete più la coppia di un tempo e che è diventato impossibile vivere insieme….

Questo libro vi aiuterà a dare una traccia visibile e tangibile del cambiamento che avviene in una coppia e che porta alla separazione: la mamma è pian piano diventata un albero, con i suoi rami e le sue foglie continuerà a stare accanto alla sua bambina, a dargli amore e sostegno; il papà pian piano è diventato un orso, ma con le sue grandi braccia continuerà ad abbracciare la sua bambina e a farla sentire al caldo e protetta.

Ma si sa: un albero e un orso hanno bisogno di due case ben diverse!

Non c’è molto spazio per i perché e i come, queste sono cose da grandi…. È successo, e basta. Ci sono stati dei momenti molto tristi e scuri, ma adesso la bimba può godere della presenza gioiosa di mamma albero e papà orso!

È un libro delicato, come l’argomento che tratta; ha immagini chiare ed efficaci, nulla è lasciato al caso e può essere davvero utile in questo momento in cui le parole, purtroppo, sono difficili da trovare…

Libri per raccontare la nascita di un fratellino

PAPPAMOLLE 

  di Stephanie Blake

edito da Babalibri

FRATELLINO ZUCCAVUOTA

Di  Samantha EnriaLucia Panzieri

Edito da Lapis

La nascita di un fratellino, la sorpresa e la novità di condividere spazi e tempi, il riadattarsi a nuove dinamiche e la gelosia e la rabbia per il neonato…Come ho scritto nell’articolo QUANDO NASCE UN FRATELLINO

I libri potrebbero aiutare i fratelli maggiori ad esprimere, comprendere e superare le angosce e le emozioni contrastanti legate all’arrivo di un bimbo piccolo in casa. Ce ne sono milioni sull’argomento, sceglieteli insieme ai bambini, andate in libreria con loro, prendete quello da cui sono maggiormente attratti….

Io vi parlo di due esempi del genere…

Il primo è per bambini più piccoli: saranno attratti dalle parole onomatopeiche, si rispecchieranno nel racconto semplice di quello che può accadere in tutte le famiglie che affrontano il passaggio da tre a quattro componenti… 

In casa di Simone c’è un nuovo arrivato, bisogna fare silenzio quando dorme, bisogna condividere la stanza, e bisogna condividere le attenzioni di mamma e papà: insomma è proprio un Pappamolla!!!

Ma quando torna in ospedale? 

No, Pappamolla non tornerà in ospedale… 

Simone è un po’ triste e un po’ arrabbiato, ma la sera, si sa, è piena di lupi e fantasmi… e lui da bravo fratello maggiore dovrà proteggerlo e rassicurarlo… ma poi quale fratello davvero aiuterà l’altro lo scoprirete leggendo…

Il secondo è per bimbi un po’ più grandi, non parla di gelosia, né di rabbia, anzi… parla di complicità tra fratelli, di dolci segreti condivisi con il papà di partecipazione costante durante tutta la gravidanza della mamma, descrive una mamma più bella certo, ma anche più dormigliona e con un incredibile voglia di zucca… 

Un bravo fratello maggiore impedirà di sicuro che il fratellino nasca con una zucca arancione a forma di zucca!!

Il primo è più indicato per il ritorno a casa del piccolo, il secondo è più incentrato sulla gravidanza…

A volte è difficile per un bambino descrivere cosa prova quando riceve la notizia, sono tutti molto felici, ma ci sono dei cambiamenti grandi per tutta la famiglia che deve trovare nuovi equilibri e nuove dinamiche…

Un libro può avere le parole giuste….

Un libro per esplorare

COME DIVENTARE ESPLORATORI DEL MONDO

  di Keri Smith

edito da Corraini

Come ci apparirebbe il mondo se non avessimo già i nostri giudizi (o pre-giudizi)?

Quando ho aperto questo libro ho pensato: deve essere così che appare la meraviglia del mondo agli occhi di un bambino…

Non è propriamente un libro per bambini, secondo me, ma può permetterci di avvicinarci, o forse dovremmo dire ri-avvicinarci, al loro sguardo sul mondo, alle loro scoperte quotidiane che si nascondono dietro luci inaspettate, dietro ombre misteriose, crepe nei muri, foglie e suoni, sempre nuovi e sempre diversi… e, proprio perché nuovi e diversi sempre arricchenti.

Al contrario di quanto si può pensare leggendo il titolo, non occorre viaggiare per esplorare il mondo,  certo sarà bello ricominciare a prendere un treno o un aereo quando finirà tutto questo, ma non è questo il mondo che possiamo esplorare grazie a questo libro. 

Il mondo che ci propone l’autrice è universale, e può trovarsi ovunque ci siano due occhi umani che lo osservano, è fatto di ogni cosa che ci circonda, perché, come si dice, il viaggio è nella testa, così come la scoperta è negli occhi di chi osserva… 

Come avrete capito, non è propriamente un libro da raccontare ai bambini, ma è un libro da vivere con i bambini… 

Condurrà voi alla scoperta del mondo con una guida d’eccezione: vostro figlio! Lasciatevi prendere per mano esploratori del mondo!

 Vi stupirà… nonostante tutto…

I colori delle emozioni

I COLORI DELLE EMOZIONI

  di Anna Llenas

edito da Gribaudo

Il nostro percorso attraverso le emozioni è terminato, e perciò è arrivato il momento di parlare di un libro che dà un colore e una forma alle emozioni.

Probabilmente lo avrete già a casa, o lo avrete già visto in libreria o nella scuola di vostro figlio, ha avuto molto successo, per fortuna, e si è dimostrato molto utile per i bimbi.

Nonostante ciò, mi sembra una giusta conclusione per il nostro percorso e mi piacerebbe parlarvi del modo più adeguato per usarlo come strumento nella relazione con il vostro bambino.

Chiedete ad un qualsiasi quattrenne di usare un colore per disegnare la sua rabbia, probabilmente userà il rosso… così spesso usano il blu quando sono tristi o il nero per la paura.

Questa è la forza di questo libro: la semplicità. Potrebbe essere quasi banale affiancare un colore e una scena con un mostro protagonista per descrivere le diverse emozioni, ma non è così.

Abbiamo visto quanto è importante imparare a distinguere le emozioni per parlarne meglio e saperle gestire: questo è proprio l’incipit del libro, un mostro che, aiutato da una bambina, vuole districare il groviglio delle sue emozioni.

Ci preoccupiamo molto di insegnare i diversi colori, le diverse tecniche di pittura, numeri e lettere, ma spesso dimentichiamo di insegnare ai bambini l’alfabeto delle emozioni, per sviluppare la loro intelligenza emotiva, la loro capacità empatica e quindi il loro mondo relazionale.

Questo libro può essere letto con i bambini di tutte le età, c’è anche la versione pop-up per attrarre i più piccolini… Poi, a seconda delle età, decideremo come usarlo:

Con i piccolini sotto i 3 anni possiamo usare il colore puro: un foglio rosso può essere arrabbiatissimo se gli diamo voce, ci giochiamo lo strappiamo insieme… perciò via libera alla vostra creatività e alla vostra capacità interpretativa… quello a cui dovremmo arrivare a quest’età è poter chiedere al bambino “oggi di che colore ti senti?” e poi aiutarlo ad esprimere le sue emozioni a piccoli passi, passando dal colore visivo ed esperienziale alla parola.

Con i bimbi della scuola materna può essere fatto un vero e proprio percorso emozionale, in cui poter parlare dei ricordi legati alle diverse emozioni: episodi legati alla tristezza, alla paura, alla gioia… Provare a mimare una faccia arrabbiata o triste, riconoscere l’emozione di un compagno giocando ad indovinare…

Il disegno adesso può diventare più definito, si può disegnare un luogo o un oggetto che fa paura per poi scoprire che può diventare simpatico o di un colore diverso, oppure la verdura che ci disgusta di più può essere coltivata in un orto scolastico e poi portata a casa con fierezza (scommettiamo che non sarà più così disgustosa???). Adesso le emozioni possono iniziare ad essere incanalate in comportamenti diversi e più gestibili, quindi si può usare un cuscino da stropicciare quando ci si sente rossi di rabbia…

Anche qui via libera alla fantasia di grandi e piccini, e fatevi guidare ovunque loro vi porteranno… il libro sarà uno stimolo, un inizio che vi porterà lontano!

I più grandi, nonostante frequentino la primaria, potrebbero essere arrivati a 8, 9, 10 anni senza avere ricevuto un’adeguata alfabetizzazione emotiva. Non è mai troppo tardi!

Potrebbero leggere il libro e poi articolare storie o immagini per ogni emozione, ricordando episodi passati e paure immaginate. Sono le basi per una vita adolescenziale più consapevole e meno turbolenta.

Insomma avrete capito che è un libro da avere in casa e da riprendere in mano ogni tanto, nel corso di tutta la loro crescita.

E, se avete ancora qualche dubbio, leggete gli articoli delle diverse emozioni sul blog!

Un libro per spiegare l’autismo e la disabilità

È NON È

  di Marco Berrettoni Carrara

Illustrato da Chiara Carrer

edito da Kalandraka

Oggi vi parlo di un libro a cui tengo molto.

Capiterà a molti bambini di avere compagni di classe speciali, con cui è difficile giocare o chiacchierare. Sono bimbi un po’ complicati da comprendere e perciò può capitare di averne un po’ paura, o che facciano un po’ arrabbiare. Spesso capita che i fratelli di bimbi con disabilità vivano situazioni particolari, ma non esprimono davvero le loro emozioni perché in famiglia c’è già qualcuno di cui occuparsi.

Ho lavorato per molto tempo nel campo della disabilità a scuola, e uno dei problemi più importanti che mi trovavo ad affrontare era proprio il rapporto con gli altri bambini, i cosiddetti “normodotati” (poi…chi è davvero normodotato alzi la mano…).

Il primo falso mito da sfatare è: il rapporto con gli altri bimbi è molto importante per aiutare il bimbo disabile!

Falso! Il rapporto con la disabilità è tanto importante per il bimbo disabile che per i suoi compagni di classe. In ogni classe in cui sia stata ho sempre constatato che i bambini che condividevano la classe con un amico che necessitava di sostegno sviluppavano maggiori capacità empatiche e relazionali rispetto alle classi in cui non era presente nessuna problematica.

Però, c’è un però… Bisogna permettere che le diversità di ogni singolo bambino si incontrino… vi ho già parlato della paura e della rabbia,(http://www.alessandra-simone.it/2020/11/02/le-emozioni-nei-bambini-3/) e quindi sapete molto bene che ciò che non si conosce e non si  comprende può far paura e può far arrabbiare, perciò è molto importante che i bambini esprimano le loro emozioni e non siano inibiti dalla frase “devi essere buono con Luigino, perché ha qualche problema”.

NO! È una frase deleteria, inutilmente buonista e molto brutta….

La frase giusta è “proviamo a conoscere insieme Luigino, cerchiamo di capire perché ti fa arrabbiare, o ti fa un po’ paura”

Questo è il libro che vi aiuterà!

 “Un’ombra lungo i muri scivola e scompare. Chi è? Un rumore riempie la stanza poi si placa. Cos’è? È un albero? È un cane? È un cavallo? È un’automobile? È un frullatore? […] No… è Sara mia sorella! Lei è così, resta ore immobile, non parla, non ascolta, non guarda, spesso non partecipa a nessun gioco. Viaggia e vaga con i suoi pensieri, non si sa come e nemmeno dove, vive dentro il suo mondo, solamente, da sola…”

Ho letto spesso questo libro nelle classi con i bimbi speciali che visitavo, riesce a cogliere i dubbi e le osservazioni dei bambini, anche quelle che non hanno il coraggio di esprimere a voce alta, ma lo fa con delicatezza e semplicità.

La sorella del bimbo che parla, Sara, è affetta da autismo, a volte urla e graffia, a volte diventa invisibile e silenziosa, insomma è tutto e il contrario di tutto, per questo è difficile da prevedere e da capire!

Sara però è anche capace di abbracci memorabili 

Le illustrazioni spiegano, meglio di ogni parola, la reale percezione di un bimbo autistico: a volte si confonde con la carta da parati, a volte urla e non ci fa avvicinare… a volte fa paura e a volte è un enigma o un rebus…

Non ho mai trovato un bimbo che non abbia saputo trovare un modo per comunicare con un compagno affetto da autismo, spesso trovano il gioco giusto con cui potersi avvicinare e si divertono anche, perché i bambini non vedono ciò che manca o ciò che non si sa fare, prendono ciò che c’è, senza sovrastrutture e macchinazioni adulte.

Insegnanti e genitori però sono fondamentali in questo processo: evitare di trasmettere le proprie perplessità e le proprie limitazioni mentali riguardo alla disabilità, non farsi guidare dal buonismo, incoraggiare le strategie che i bimbi escogitano da soli per relazionarsi.

Come al solito fidatevi dei bambini, sapranno cogliere il bello di un’esperienza ricca ed emozionante, e, magari, sapranno insegnarlo anche a voi!

La frase finale è “Sara non somiglia a nessuno. Credi che esistano due pietre, due cani, due foglie o due persone uguali?”

Ognuno di noi è diverso da tutti gli altri, e la diversità è sempre una ricchezza… se sapremo accoglierla.