Quando mamma o papà si ammalano

Il tumore spiegato ai bambini

È molto difficile per me scrivere questo articolo. Ma anche questo è un altro possibile evento nella vita di un bambino, che resta ben impresso nella memoria.

E’ triste e ingiusto, e, in un mondo perfetto, i bambini non dovrebbero mai averci a che fare: la malattia di un genitore… Ma non c’è un mondo perfetto, e nemmeno imperfetto…

c’è solo un mondo, ed è da qui che voglio partire…

I bambini vivono in un mondo, il loro mondo. In questo mondo tutti gli adulti sono forti e in salute (come potrebbe essere diversamente?? Sono grandi, perciò non si ammalano, non hanno la febbre o l’influenza come i bambini…). D’altronde, se si ammalassero, chi si occuperebbe dei bambini? Chi li accompagnerebbe a scuola? Chi leggerebbe la favola della buonanotte? Chi misurerebbe loro la febbre e cucinerebbe un brodo caldo per farli guarire?… Nooo, non è proprio possibile che si ammalino i grandi!!

Ma un brutto giorno, il papà e la mamma sono un po’ più tristi del solito, la mamma li sgrida un po’ di più, il papà si dimentica di dare il bacino della buonanotte, la nonna fa più carezze del solito, e anche qualche regalo in più: il mondo dei bambini inizia ad avere qualche nuvola nera, i bambini captano subito l’atmosfera diversa, più tesa, e iniziano un po’ a preoccuparsi… nessuno parla con loro, nessuno spiega cosa sta accadendo, ma sono tutti molto presi da un argomento segreto, che non sembra essere molto bello… bisbigliano, a volte non si arrabbiano per marachelle piuttosto importanti, a volte si arrabbiano tanto se i bimbi non vogliono assaggiare i broccoli… 

Poi il papà cambia un po’, oppure la mamma è sempre più magra, a volte perdono i capelli… i bambini, allora, capiscono che c’è qualcosa di più preoccupante, ma ancora nessuno parla e spiega! Perciò, quelle nuvole sul loro mondo si fanno più cupe, e può capitare che i bambini facciano dei sogni molto brutti, in cui immaginano le cose più orribili, e sentono sempre più paura, solitudine e tristezza…

Poi il papà è sempre più stanco, e non può più giocare a calcio al parco, o la mamma spesso non è in casa, a volte hanno bisogno di passare un po’ di tempo in ospedale, ma, a volte, ai bambini viene detto che vanno per un po’ via per lavoro o chissà dove… A questo punto nel mondo dei bimbi entra anche un po’ di rabbia… Uffa!! Perché mamma non sta mai con me??? Perché papà non torna a casa???

Nella maggior parte dei casi, per fortuna, la mamma o il papà, tornano a casa e quei mesi passati non sono che un ricordo, ma lasciano nel bambino quel miscuglio di parole non dette e sguardi silenziosi che generano ansia e insicurezza, e dei ricordi di nuvole nere che non si riescono a dissipare…

Cosa fare per rendere il mondo dei bambini senza nuvole? 

Non si può. Ma si fare in mondo che i bambini guardino le nuvole, sentano la paura e si sentano comunque rassicurati e non soli nel loro mondo. Si può permettere ai bambini di esprimere le loro emozioni, anche in un mondo imperfetto. Si può fare in mondo che i bambini si sentano in grado di affrontare anche il più nero dei cieli, senza esserne sopraffatti…

Come fare?

Metabolizzate la notizia.

Prima di pensare a come dirlo ai bambini, prendete qualche ora, o qualche giorno, per masticare le parole tumoremalattiapauraesamicure difficiliospedalimedici e qualsiasi altra parola vi venga in mente. Che effetto vi fanno? Ne siete spaventati? È giusto… Ne siete sopraffatti? Respirate… Parlatene con il partner, con i familiari più stretti, lasciatevi rassicurare… Parlate con i medici che si occuperanno di voi, affidatevi, capite cosa vi aspetta e come procederete… non avrete tempo e probabilmente non avrete energie per occuparvi in prima persona anche delle cure mediche, non è il vostro ruolo… Se sentite che questo è troppo per voi, cercate qualcuno che vi aiuti, è un vostro diritto in quanto malati e un vostro dovere in quanto genitore.

Dite la verità.

I bambini hanno bisogno di verità. Qualsiasi età abbiano, hanno capito che c’è qualcosa che non va. Se non sarete sinceri con loro, probabilmente le loro fantasie saranno più tragiche di quello che è in realtà, e in più si sentiranno soli, senza nessuno con cui parlare o a cui confidare le proprie paure. Dubiteranno di loro stessi e delle loro sensazioni e intuizioni. Perciò parlate con loro… Certo in modo diverso per ogni età:

0-2 anni. Nel periodo preverbale, e fino ai 2 anni circa di età, probabilmente i bambini non comprendono tutto quello che direte loro, ma è importante che sentano il vostro tono calmo e rassicurante, è importante che comunichiate con loro guardandoli negli occhi, che li abbracciate, che facciate sentire loro la fisicità e la presenza, che si sentano contenuti e sostenuti. In questa fase i cambiamenti fisici potrebbero spaventarli, fate in modo che siano graduali e che vi vedano cambiare giorno per giorno. Cambiate il modo di giocare con loro se sentite di non avere le forze per giocare come prima, lo sforzo non ha mai fatto bene a nessuno. Fatevi aiutare da parenti e amici nella gestione dei piccoli, sarà tutto un po’ più leggero se condiviso. 

2-5 anni. In questa fase c’è un pensiero magico che può far pensare ai bambini di aver fatto qualcosa di sbagliato che ha fatto ammalare i genitori, ma sarà lo stesso pensiero magico che attenuerà un po’ la loro paura. In questa età potete spiegare con termini semplici quello che sta accadendo: “c’è una pallina cattivella che è entrata nella mamma e bisogna fare di tutto per farla andar via”; “le medicine che prenderà il papà sono fortissime, perché devono sconfiggere la pallina, e perciò fanno venire un po’ di sonno”; “La mamma andrà sotto un raggio laser che sconfiggerà la pallina cattiva”; “tra un po’ perderò i capelli, perché devo mettermi una parrucca da fata: ci vogliono dei poteri magici per sconfiggere la pallina”… Insomma la favola che racconterete sarà quella che vi verrà più spontanea… L’importante è che ci sia un cattivo (il tumore), un aiutante (i medici), delle armi magiche (radio e chemioterapia), e un eroe che guarirà: voi!! 

6-10 anni. A questa età sono in grado di comprendere bene tutte le fasi, certo sono spaventati anche loro, ma probabilmente sanno già cosa vuol dire tumore, avranno delle esperienze positive o negative che hanno interessato amici o parenti. Perciò teneteli al corrente di tutte le fasi della malattia e delle varie cure. E fateli parlare… come si sentono? C’è qualche domanda che vogliono farvi? Spiegate come cambierà la loro routine, chi li accompagnerà dove. Probabilmente non potranno venire a trovarvi molti amici, bisognerà essere più cauti, (soprattutto in questo periodo di covid) per poi tornare più forti di prima… Spiegate tutto ciò che potete, a questa età sono logici, perciò colmeranno i vuoti di informazione con le loro ipotesi, e potrebbero essere più spaventose della realtà.

Dite la verità su quello che conoscete circa le possibilità di guarigione… qualsiasi sia la prognosi è importante che comprenda che vi impegnerete con tutti voi stessi per sconfiggere il tumore, e che non mollerete per niente al mondo, perché è troppo bello essere la loro mamma o il loro papà… e lo sarete per sempre qualsiasi cosa accada. 

Il giusto momento e il giusto spazio.

Non parlate con loro la sera prima di andare a dormire, potreste lasciarli con delle angosce difficili da gestire di notte. Non parlate loro prima della scuola, per gli stessi motivi. Parlatene a pomeriggio, predisponete un giusto tempo da dedicare loro dopo, per un gelato o una passeggiata al parco. State accanto a loro e in ascolto.

Ascoltate le loro domande.

Anche quelle nascoste… Se è venuta a te questa pallina può venire anche dentro di me? Morirai? Mi lascerai solo? Vivrò per sempre dalla nonna? Non riuscirai mai più a fare una corsa con me? Rispondete come vi sentite di rispondere: ricordate sempre che siete voi i massimi esperti dei vostri figli, e la vostra risposta sincera sarà la migliore possibile. 

Fatevi degli alleati.

Qualsiasi sia l’età dei vostri bambini, vale la stessa regola: avrete bisogno di alleati. Le maestre potrebbero notare cambiamenti che a casa non manifestano e potrebbero aiutarvi nel decifrare le emozioni dei vostri bimbi. I nonni, sono preoccupati per voi, perciò forse non sono il sostegno emotivo più adeguato per i bambini, ma potrebbero essere un validissimo sostegno per preparare cene e per aiutarvi nella gestione quotidiana. Amici e parenti potrebbero dare un po’ di socialità e condivisione e gioia che, forse, in questo momento manca un po’ in casa… 

Ospedale.

Può essere che sarà necessaria un’ospedalizzazione. Fate scegliere al bambino se venirvi a trovare, qualora si possa, poiché con le attuali norme anti-covid è impossibile. Oggi ci sono mille metodi per comunicare con video e telefonate… usateli, anche solo per un bacio volante: è importante che sappiano che ci siete!

Attenzioni particolari.

Potrebbero esserci delle cose a cui prestare particolare attenzione: regressioni del bambino, momenti di rabbia o pianto eccessivo, un decremento del rendimento scolastico… accogliete ogni suo comportamento, probabilmente non sa ancora esprimere le sue emozioni con le parole e le esprime con il corpo: magari parlando con voi saprà dare un nome a quello che sente.

Affidatevi ad un esperto.

Se la situazione si fa più complicata, se sentite di non riuscire a sostenere tutto questo, se il vostro bambino mostra comportamenti problematici a scuola. Anche se non fa alcuna domanda né a voi né all’altro genitore o ad altri parenti, potrebbe nascondere ansie e paure che non vuole confidarvi per evitarvi altre preoccupazioni. Non esitate a chiedere aiuto ad un professionista che potrà aiutare voi e vostro figlio a comprendere meglio quello che sta accadendo e ad esprimere le emozioni che prova in modo più sano. Con un estraneo può essere più semplice mostrare rabbia e paura, spesso nascoste per evitare di ferire i genitori già provati da tutto ciò.

Il mondo dei bambini è mutevole, non è giusto o ingiusto, è solo uno dei mondi possibili…
mostrate loro che per sconfiggere i draghi bisogna prima guardarli dritto negli occhi, e mai far finta che non esistano! Sarà l’insegnamento più importante che potrete dare loro.

HANNO BISOGNO CHE SIATE VOI L’EROE DELLA FIABA ADESSO…