Con questo libro anticipo un po’ l’argomento del prossimo articolo: Adolescenti e trasloco
Stella ha 11 anni, le piace molto il suo quartiere, dove ha le sue amiche e il suo amore, Massimiliano.
Un giorno i suoi genitori scombinano tutti i suoi piani decidendo di trasferirsi…
Nessuno si preoccupa di chiederle un’opinione.
Per Stella la nostalgia diventa sempre più grande, la pallavolo, le amicizie e il primo batticuore.
Insieme alla nostalgia però cresce anche tanta, ma tanta rabbia per questa ingiustizia, subita da quei due egoisti di mamma e papà!
Stella decide di “scioperare”: niente più baci o coccole, nessun aiuto in casa, nulla di nulla!
Ma per fortuna ci sono le nonne! La nonna Stefania la sosterrà e rassicurerà e poi un nuovo amico, Paolino le farà vedere il nuovo quartiere con occhi diversi.
Per gli adolescenti l’amicizia è importante… i luoghi sono importanti… si arrabbiano facilmente… un trasloco potrebbe essere una bomba ad orologeria da cui sarà difficile riprendersi!
Iniziate a regalare un libro in cui possano rispecchiarsi e attraverso il quale comprendere i loro sentimenti…
Questa volta sono ben due i libri di cui vi parlo:
IL MANUALE DELLE 50
AVVENTURE DA VIVERE PRIMA DEI 13 ANNI
di Pierdomenico Baccalario e Tommaso
Percinale
illustrato da
Antongionata Ferrari
edito da Il Castoro
LA GUIDA DEFINITIVA
PER ESSERE UNA RAGAZZA
Di Christina De Witte,
Chrostin
Edito da DeAgostini
Quanto è difficile avere 12 anni? Difficilissimo!
Il mondo intorno a noi li vede come dei bambini paffuti e
teneri, ma qualcosa dentro di loro spinge per poter crescere, emergere,
esplorare nuove esperienze e nuove relazioni, innamorarsi, e chissà che altro…
Non è un caso che questi due libri siano due manuali, siano
molto incentrati sull’esperienza, sul quotidiano, sul mondo intorno…
Quest’età ha bisogno di istruzioni, di esperienze guidate,
di scoprire che c’è un mondo da scoprire e che ci sono altri che stanno
attraversando il nostro stesso viaggio, che hanno le nostre stesse paure e i
nostri dubbi.
Entrambi i libri hanno un traguardo, un punto di arrivo, e
hanno un limite!
Questo è un altro bisogno di questa età, hanno bisogno di
essere rassicurati da un confine, un limite, un punto di arrivo… hanno bisogno
di sapere che riescono a finire una missione alla volta, fino ad ottenere la
patente da tredicenne (in carta e ossa!) e che, ad un certo punto, diventeranno
delle ragazze!
Le missioni del libro sono abbastanza semplici, ma non tutte
possono essere fatte in città, quindi ci sarà bisogno dei genitori (e di
qualche nuovo DPCM) per poterle affrontare… ci sono degli spazi per le note a
margine di ogni missione, e, molto importante, c’è da incollare una fototessera
prima delle missioni, quindi a 12 anni, e al termine delle missioni, quindi a
13 anni. Sarà sorprendente notare il cambiamento: è questo che succede in pre
adolescenza, le esperienze cambiano persino i connotati dei ragazzi, e, a
volte, non ce ne rendiamo conto… questo libro ci permette di mentalizzare e
metabolizzare il tempo che passa e che muta attraverso le nuove scoperte.
Il manuale per ragazze fornisce le istruzioni per guardarsi
dentro durante la crescita, per affrontare i piccoli grandi dilemmi della vita,
per gestire le nuove relazioni e le loro complicanze, i cambiamenti del corpo e
della mente… è un manuale, perciò può essere tenuto sul comodino e aperto alla
pagina che più interessa affrontare al bisogno… e, se no, può essere tenuto
chiuso!
È anche questo la preadolescenza: poter scegliere!
Sono molto felice di parlarvi del primo libro per
adolescenti… dopo una lunga serie di libri per bambini, vi proporrò un po’ di
libri pensati per i pre adolescenti e per gli adolescenti a tutti gli effetti.
I libri per adolescenti hanno essenzialmente delle
caratteristiche comuni che li rendono appetibili e formativi per questa fascia
di età: hanno un o una protagonista forte e affascinante, in cui potersi
immedesimare e riconoscere; sono libri con argomenti universali, come l’ingiustizia,
le storie d’amore, il rapporto con i genitori; sono libri orientati sul fare,
danno delle vere e proprie istruzioni su cosa fare in determinate situazioni,
possono rivelare esplicitamente di essere dei manuali d’uso o possono contenere
le indicazioni all’interno di racconti più articolati, ma saranno comunque di
ispirazione.
Questo libro in particolare, presenta 5 ragazzi protagonisti
di 5 storie diverse, i ragazzi potranno scegliere di chi innamorarsi, in chi
immedesimarsi, chi rispecchia il loro ideale di vita e intanto riflettere su se
stessi, sulle loro amicizie e sulle loro scelte, sulla profonda fragilità della
loro età.
Non sono storie leggere, parlano di ragazzi nel pieno del
terremoto identitario adolescenziale che devono anche metabolizzare la
separazione dei genitori, le problematiche non risolte di mamma e papà, i
disturbi alimentari e le battaglie quotidiane. Data la potenza delle storie è
importante che conosciate il libro, che lo sfogliate anche voi e che cercate di
parlarne con loro, senza essere invasivi, ma con uno sguardo aperto e sincero sul
loro punto di vista. Ma è un libro utile da leggere anche per i genitori per
uno spaccato su di loro dal punto di vista dei loro figli…
La composizione per racconti è di più facile fruizione per i
ragazzi, abituati da internet e tv a scarsi tempi attentivi, i personaggi sono
ben caratterizzati e permettono di allargare uno sguardo empatico sugli altri,
che, a volte, manca a questa età.
Il titolo è connotativo dell’adolescenza… Una cosa piccola
che sta per esplodere: restiamo accanto a loro perché non si facciano troppo
male nell’esplosione… La copertina è esplicativa: un pulcino che resta nel nido
finché le condizioni non sono favorevoli: rendiamo loro confortevole il volo…
Non so se avete mai raccontato ai vostri bambini del viaggio
di Dorothy nel Paese di Oz, lungo una strada di mattoni gialli, in compagnia di
uno spaventapasseri che cercava un cervello, un taglialegna di latta che
cercava un cuore e un leone che cercava coraggio…
Se vi siete mai chiesti cos’é un percorso psicoterapeutico per un bambino, potreste pensare proprio a questa storia.
Ci sono bambini che usano solo la loro parte razionale, proprio come l’uomo di latta della storia, sembrano
avere un’armatura rigida con cui camminano nel mondo. Per certi genitori può
sembrare difficile entrare in un vero contatto con il proprio figlio: con
questi bambini non basta un abbraccio per risolvere un capriccio, e da
adolescenti dibattono su tutto, portando i genitori quasi allo sfinimento. Qual
è il problema dell’uomo di latta nella storia? A volte si blocca, a volte non
riesce ad affrontare degli eventi particolari in cui servirebbe un po’ meno
rigidità, servirebbe un po’ di empatia e di emotività.
Ci sono bambini che sembrano pervasi dalle emozioni: sono tanto tristi o tanto
arrabbiati a volte tanto euforici… sembra che l’emozione che provano in quel
momento offuschi la loro mente e non gli permetta di percepire più nulla e
nessuno. Proprio come lo spaventapasseri
sono inconsolabili quando piangono, e sono incontrollabili quando si
arrabbiano. Può essere complicato ritrovare un equilibrio in certi momenti, con
questi bambini non basta spiegare cosa sta accadendo per ridimensionare la
risposta emotiva. Stanno provando quell’emozione al massimo dell’espressione
possibile, non riescono a modularla e a governarla. E in adolescenza le
emozioni sono ancora più potenti.
Altri bambini sembrano governati dalla paura che blocca ogni loro passo verso la leggerezza della loro età.
Proprio come il leone della storia,
appaiono goffi e impacciati. A volte i genitori non comprendono quanto la paura
sia irrazionale ma reale. Spronano i bambini a superare la paura senza passare
per il necessario passaggio della rassicurazione.
“I bambini imparano ciò che vivono”…
… se hanno sviluppato la parte più razionale è perché sono vissuti in un mondo in cui era necessario mostrarsi intelligenti, nascondere la parte emotiva che li avrebbe resi fragili e vulnerabili. Hanno imparato a non sentire perché era la miglior strategia di sopravvivenza possibile. Pian piano hanno pensato di non avere un cuore…
Se hanno trascurato la parte razionale è perché è stato chiaro
da subito che non era necessario pensare. C’era qualcun altro che pensava al
loro posto, che decideva cosa era meglio per loro. Ma era indispensabile
sentire, empatizzare, percepire le emozioni e i sentimenti degli altri prima
ancora che fossero visibili ai più. Pian piano hanno sentito di non avere il
cervello…
Se è stato insegnato loro che il mondo era un posto
pericoloso e che nessuno, nemmeno gli adulti, poteva far fronte a tale paura, o
se hanno vissuto nell’insicurezza, senza una rete di sicurezza che gli
permettesse di sperimentare, esplorare, vivere, probabilmente sono nel mondo
con quell’incertezza e quell’insicurezza che contraddistingue il leone codardo…
Cosa fa in questo caso uno psicoterapeuta?
Accompagna i bambini, proprio come Dorothy, in un viaggio,
lungo una strada di mattoni gialli, un percorso lungo il quale vengono
valorizzati quei gesti, quegli episodi che permettono al bambino di riscoprire
quelle qualità che già possiedono, ma che non sono state sempre permesse.
Dorothy accoglie la paura del leone, lo rassicura, e lo
sostiene permettendogli di superarla e di riscoprire il coraggio che già
possiede. L’uomo di latta possiede già la capacità di amare ed essere amato e
questo fa di lui un personaggio dal grande cuore. Così lo spaventapasseri può
liberarsi dall’etichetta che condiziona gran parte del suo sentire e può
fidarsi delle sue idee, scoprendo di possedere un cervello.
Questo è quello che accade durante una psicoterapia con un
bambino o con un adolescente… In questo percorso vengono coinvolti tutti gli
altri coprotagonisti, come la famiglia o la scuola, per abbandonare quel Mondo
di Oz, fatto di etichette, di rigidità, di poca intimità, per tornare davvero a
casa…
Non è un percorso libero da streghe cattive, papaveri
avvelenati e maghi cialtroni, ma insieme è possibile!