Oggi non voglio dormire

L’ABC DELLA NANNA PERFETTA…

QUANDO IL BAMBINO NON VUOLE DORMIRE: L’ABC DELLA NANNA PERFETTA…

Pronti partenza via, denti lavati, bagno fatto, pigiama indossato e… sotto le coperte…

Ma, appena spenta la luce, si sente una vocina che sussurra… “Mamma, oggi non riesco a dormire!!

Ecco, la prima tesserina del domino cade e porta con se tutte le altre: la mamma o il papà sono stanchi a fine giornata, probabilmente lasciano trasparire un po’ di nervosismo, un po’ di sconforto, il bambino pensa che deve dormire e non ci riesce oppure pensa che ha sonno ma non vuole lasciarsi andare… si può andare avanti per ore… Finché stremati crolla tutta la famiglia a tarda ora.

Che fare?

Come sempre mi piace partire dall’osservazione. Il bambino è un’altra persona da noi, con le sue emozioni e le sue abitudini, imparate a conoscere vostro figlio e a non dare nulla per scontato.

Ad esempio, i giorni in cui dorme meno, perché si sveglia presto, oppure perché non ha fatto il pisolino pomeridiano, com’è? Come si addormenta? È più o meno agitato?

Cosa e come ha mangiato quando si addormenta tranquillo? È successo qualcosa durante la giornata? Una determinata luce, un pigiama particolare, un peluche, una musica, una favola… favoriscono o ostacolano il sonno?

Va da se che, dopo averlo osservato, promuoverete quello che facilita il sonno del bambino e lo trasformerete in routine, seguendo piccoli e semplici accorgimenti.

Un Alfabeto vi salverà!

A come Accompagnare il bambino durante il rilassamento, tenerlo per mano mentre si rilassa e si lascia andare…

B come Brutti sogni. Se vi chiama nel cuore della notte per un brutto sogno è importante che senta la vostra presenza! Cercate di non portarlo nel lettone, è meglio che siate voi ad andare nel suo spazio e non viceversa. Bisogna associare subito un buon ricordo nel suo lettino e non lasciarlo col ricordo dell’incubo appena fatto. Se al mattino i più grandicelli raccontano di un brutto sogno potreste raccontare che è capitato anche a voi, e farvi raccontare il loro sogno toglierà un po’ della paura che accompagna le immagini che ha in mente! La sera successiva, se ha ancora paura di rivivere quel sogno, parlatene insieme, trovate delle strategie per sconfiggere il mostro… Rassicuratelo! Ma non sminuite la paura (guardate l’articolo sulla paura del blog!) con frasi tipo “non c’è nessun mostro! Dormi!”… per lui c’è! Scoprite com’è fatto questo mostro, potreste disegnarlo,

C come Coccole. Le gradiscono tutti, i più piccoli e i più grandicelli: una ninna nanna, una favola, un po’ di carezze, tenergli la mano… sono tutte azioni che lo rassicurano e lasciano le ansie e le paure della giornata fuori dalle coperte. Usate un tono calmo e delicato, lasciate anche voi fuori dalla camera di vostro figlio i problemi di lavoro: è un momento di coccole anche per voi!

D come Dolcezza. Se vi sentite nervosi non cercate di affrettare il processo che porta alla nanna, fate un bel respiro e recuperate tutta la dolcezza che vi è rimasta: le cose saranno molto più semplici!

E come Evitate tg e discorsi e programmi tv che portano cattive notizie, come notizie sul covid, o su guerre o peggio su episodi di cronaca… potrebbe sembrare che non stiano nemmeno ascoltando, ma le voci e i suoni si insinuano nella loro mente e potrebbero agitare l’addormentamento e creare brutti sogni!

F come Fiabe. Le classiche Favole al Telefono di Rodari sono perfette, non raccontate fiabe dense di mostri e colpi di scena, quelle riservatele per altri momenti, optate piuttosto per fiabe brevi, in modo che non voglia restare sveglio per ascoltare il finale, leggere, in modo che concilino bei sogni, allegre ma non troppo…

G come Giochi. Dopo cena, specie se fatta un po’ lontana dal sonno, probabilmente ci sarà un momento di gioco, magari insieme al papà e alla mamma (nelle più rosee delle situazioni): predisponete una cesta di giochi da usare solo pre nanna, e in nessun altro momento della giornata, riempite insieme al bambino la cesta e selezionate insieme giochi che calmano, che rasserenano, ad esempio le costruzioni saranno più rilassanti di un gioco di lotta tra dinosauri; far fare la nanna alla bambola preferita, quindi mettere nella cesta solo il pigiama della bambola e la culla, lasciano gli altri accessori lontani da quel contenitore; libri tattili morbidi per i più piccoli e libri a tema nanna per i più grandi; per i più grandicelli, alla primaria, un film o un cartone distensivo, chiacchierare con lui seduti sul divano, preparare i vestiti per il giorno dopo e la cartella, sistemare la camera prima di andare a dormire… sono tutte azioni che accompagnano verso un buon sonno.

H come Handling e Holding. Due concetti base della psicologia infantile, il primo rappresenta il contatto, il secondo rappresenta il contenimento. Durante il rilassamento il bambino si lascia andare, abbandonando tutte le sue difese, è importante che il genitore faccia da contenimento alle sue angosce e che la mano dell’adulto sia l’ultimo contatto prima di addormentarsi, un massaggio, tenergli la mano, accarezzargli i capelli gli fanno percepire vicinanza e sicurezza, e si lascerà andare più facilmente.

I come Igiene. È importante “togliersi di dosso” l’odore della giornata appena passata: hanno sudato, si sono sporcati con cibo, fango e inchiostro, è importante affrontare la nanna puliti e sereni. Bagnetto e lavaggio dei denti sono anche delle coccole che, quando sono piccoli, sono fatte dai genitori, man mano che crescono sono piccole azioni che rilassano, come spazzolarsi i capelli o stare un po’ nell’accappatoio caldo.

L come Luogo. È importante l’addormentamento nel loro letto! Non permettete che si addormentino sul divano o nel lettone per poi portarli nel letto addormentati, toglie loro la consapevolezza di quello che gli accade, sembrerà un “tradimento” addormentarsi tra mamma e papà e svegliarsi solo nel lettino! Dedicate un po’ di mesi alla creazione della routine, con pazienza e consapevolezza, non usate facili scorciatoie, e ne trarrete beneficio per la vita!

M come Mangiare. Ci sono cibi che eccitano il bambino e altri che conciliano il sonno. Una cena non troppo pesante, non troppo vicina all’orario del sonno, magari calda e conciliante, di sicuro aiuterà molto nella fase dell’addormentamento! Anche in questo caso osservate, prendete nota e decidete cosa cucinare per cena, ogni bambino è diverso!

N come Naso. È importantissimo, spesso sottovalutato, lavanda e vaniglia, saranno preferibili ad agrumi e menta… L’olfatto interessa il nostro cervello senza passare dall’inconscio, perciò annusando un’essenza associata al sonno il bambino saprà già che è ora di dormire prima ancora di rendersene conto. Inoltre è risaputo che delle essenze piuttosto che altre conciliano il sonno maggiormente.

O come Oggetto transizionale. I peluches della nanna possono essere presenti fino all’adolescenza e oltre, non ditegli che ormai sono grandi… l’importante è che rimanga lì a presidiare il letto in sua assenza!

P come Pigiama e coperte. Sembrerà banale, ma assicuratevi che il pigiama sia confortevole, che non “punga”, non abbia etichette fastidiose, abbia immagini o fantasie rilassanti, abbia un buon odore non eccitante. Stessa cosa per le coperte: devono mantenere una giusta temperatura, essere avvolgenti, confortevoli, morbide e non pesanti. Pigiama e coperte sono l’abbraccio che lo accompagnerà per tutta la notte, perciò devono essere amorevoli e rassicuranti. Anche in questo caso è fondamentale l’osservazione: se si sveglia sudato ogni mattina, probabilmente il pigiama o le coperte sono troppo caldi….!

Q come Quando. È importantissimo andare a dormire sempre allo stesso orario, i bambini sono esseri abitudinari e andare a dormire alle 23 una sera e alle 9 la sera successiva destabilizzerà il bambino e creerà inutili tensioni a figli e genitori.

R come Routine. È importantissima per mantenere il ritmo sonno-veglia del bambino; è fondament ale per fornirgli la prevedibilità e la sequenzialità dei passaggi che portano alla nanna, questo è rassicurante ed evita inutili ansie nel bambino; una routine regala al bambino piccoli passi quotidiani verso l’autonomia, saprà che deve correre a letto dopo aver lavato i denti e pian piano lo farà da solo, e così per tutti i passaggi, come bagno, pigiama, ecc; la maggior autonomia e la prevedibilità comporta meno “battaglie” casalinghe nate dal ricordare al bambino ogni azione che precede l’addormentamento, poiché pian piano diventeranno automatismi. Si può coinvolgere il bambino nel disegnare e appendere alla parete le diverse sequenze, in modo che il bambino abbia traccia visibile di ciò che accadrà ogni sera.

S come Suono. Ci sono bambini che hanno bisogno del silenzio assoluto per addormentarsi, altri hanno bisogno di una musica di sottofondo, senza parole, altri di una canzone e basta… trovate sempre cosa è più funzionale per lui!

T come Telefono, Tv, Tablet. Evitate la luce degli schermi prima di addormentarsi, telefono e tablet contengono onde luminose che ostacolano l’addormentamento, non dateglieli per addormentarsi, magari si addormenteranno prima, ma otterrete un effetto contrario a lungo termine!

U come Una buona giornata porterà a dei bei sogni d’oro e d’argento!

V come Vista. Luce notturna, lucine colorate, proiezioni sul muro o nulla, ogni bambino è aiutato da una specifica illuminazione, rendetela un po’ magica e portate la sua accensione all’interno della routine serale… Ancora una volta, osservate, osservate e osservate!

Z come Zzzz… finalmente dorme!!

Questo alfabeto vi guiderà nell’impostare una buona routine del sonno, ricordate però che durante il sonno emergono tutte le loro angosce diurne. Se notate incubi ricorrenti, risvegli notturni o gravi difficoltà nell’addormentamento con agitazione motoria non esitate a parlarne con un professionista, poiché è importante far emergere le paure e permettere al bambino di poterne parlare senza serbare dannosi segreti. 

Il sonno è importantissimo, determina un buon metabolismo, maggior attenzione e concentrazione a scuola, assimilazione degli apprendimenti della giornata, meno nervosismo e maggior propensione a delle buone relazioni sociali.

Assicuratevi che abbia un buon sonno!

Libri per preadolescenti

Due libri al prezzo di un post…

Questa volta sono ben due i libri di cui vi parlo:

IL MANUALE DELLE 50 AVVENTURE DA VIVERE PRIMA DEI 13 ANNI

  di Pierdomenico Baccalario e Tommaso Percinale

illustrato da Antongionata Ferrari

edito da Il Castoro

LA GUIDA DEFINITIVA PER ESSERE UNA RAGAZZA

Di Christina De Witte, Chrostin

Edito da DeAgostini

Quanto è difficile avere 12 anni? Difficilissimo!

Il mondo intorno a noi li vede come dei bambini paffuti e teneri, ma qualcosa dentro di loro spinge per poter crescere, emergere, esplorare nuove esperienze e nuove relazioni, innamorarsi, e chissà che altro…

Non è un caso che questi due libri siano due manuali, siano molto incentrati sull’esperienza, sul quotidiano, sul mondo intorno…

Quest’età ha bisogno di istruzioni, di esperienze guidate, di scoprire che c’è un mondo da scoprire e che ci sono altri che stanno attraversando il nostro stesso viaggio, che hanno le nostre stesse paure e i nostri dubbi.

Entrambi i libri hanno un traguardo, un punto di arrivo, e hanno un limite!

Questo è un altro bisogno di questa età, hanno bisogno di essere rassicurati da un confine, un limite, un punto di arrivo… hanno bisogno di sapere che riescono a finire una missione alla volta, fino ad ottenere la patente da tredicenne (in carta e ossa!) e che, ad un certo punto, diventeranno delle ragazze!

Le missioni del libro sono abbastanza semplici, ma non tutte possono essere fatte in città, quindi ci sarà bisogno dei genitori (e di qualche nuovo DPCM) per poterle affrontare… ci sono degli spazi per le note a margine di ogni missione, e, molto importante, c’è da incollare una fototessera prima delle missioni, quindi a 12 anni, e al termine delle missioni, quindi a 13 anni. Sarà sorprendente notare il cambiamento: è questo che succede in pre adolescenza, le esperienze cambiano persino i connotati dei ragazzi, e, a volte, non ce ne rendiamo conto… questo libro ci permette di mentalizzare e metabolizzare il tempo che passa e che muta attraverso le nuove scoperte.

Il manuale per ragazze fornisce le istruzioni per guardarsi dentro durante la crescita, per affrontare i piccoli grandi dilemmi della vita, per gestire le nuove relazioni e le loro complicanze, i cambiamenti del corpo e della mente… è un manuale, perciò può essere tenuto sul comodino e aperto alla pagina che più interessa affrontare al bisogno… e, se no, può essere tenuto chiuso!

È anche questo la preadolescenza: poter scegliere!

Mamma, mi fa male la pancia!

Children tips: quando fa male la pancia!

Quante volte avete sentito questa frase?

Cosa avete sentito?

Cosa avete pensato?

Cosa avete fatto?

Cosa avete detto?

Pensateci un attimo prima di leggere l’articolo…

Adesso vediamo insieme cosa possiamo Sentire, Pensare, Dire, Fare…

Può essere che abbiate sentito un senso di noia e irritazione: è una frase che dicono più spesso al mattino, perciò siete di fretta, e tanto, bisogna finire in fretta di far colazione, bisogna vestirsi e aiutare loro a vestirsi, correre a scuola e poi a lavoro… no, un mal di pancia adesso proprio no! Beh, è lecito! Non siete dei genitori perfidi per questo! La vita è frenetica e voi siete esseri umani… perciò ascoltatevi e se provate noia, irritazione o persino un po’ di rabbia, accettatelo, fate la vostra espressione irritata davanti allo specchio, poi prendete un bel respiro profondo e giratevi verso vostro figlio…

Può capitare che la cosa accada spesso e che il bimbo, magari un po’ gracile e poco affamato, vi stia facendo preoccupare un po’ con i suoi mal di pancia… perciò può essere che sentiate un po’ di paura o forse ansia per quella richiesta frequente e un po’ di impotenza per non sapere come porre rimedio… Bene, siamo a metà dell’opera: Non siete dei supereroi e adesso lo state capendo! Siete genitori normali, e di fronte a voi c’è un’altra persona (che in questo caso specifico è un bambino) con i suoi sentimenti e le sue paure ed emozioni… non potete porre rimedio, potete ascoltare le vostre paure e non confonderle con le sue paure, potete ascoltare le sue emozioni e accettare la vostra probabile impotenza nel fargli passare il mal di pancia…

Sentire è sinonimo anche di Ascoltare. Ascoltatelo, non sta mentendo, se dice che ha mal di pancia, c’è qualcosa che lo agita, può non sapere ancora definire al meglio il suo malessere, ma qualcosa c’è… Chiedetegli dove lo sente, se ha nausea o se deve proprio vomitare o sa ha solo lo stomaco chiuso e non vuole fare colazione, se gli gira la testa o se si sente un po’ spaventato o triste o arrabbiato, chiedetegli cosa lo spaventa/intristisce/agita parlategli e fategli capire che avete visto il suo malessere, che vi prendete cura di lui e dei suoi mal di pancia, che gli starete accanto finché non andrà meglio…

Mi direte… ok tutto ciò è bellissimo ma io sono di corsa al mattino e fare tutto questo discorso non è possibile!

Verissimo!

È vero che ascoltarlo mentre sta avvenendo il problema, o quando il bambino vi chiede aiuto è molto molto più efficace, ma, se non avete tempo di ascoltarlo, di stargli accanto, di rassicurarlo concedendogli il suo tempo, NON FATELO!

Non è una cosa da fare in fretta, tanto per fare!

È però OBBILIGATORIO prendersi 3 minuti quando un bimbo manifesta un disagio!

Prendetevi un minuto per registrare cosa sentite voi, perché è quello che percepirà vostro figlio, più forte di ogni vostra parola.

Poi prendetevi un secondo minuto per capire che davvero non sia impossibile per lui andare a scuola, magari è un virus intestinale, o ha febbre, o deve fare la cacca… escluso tutto ciò, se sentite che il suo mal di pancia è un malessere diffuso, frequente, che ha a che fare più con le sue emozioni che con il suo fisico, prendetevi un terzo minuto per dirgli: “Ho capito che c’è qualcosa che non va, che sei triste o forse arrabbiato p forse c’è qualcosa che ti agita qui a casa o che ti fa paura a scuola. Ci tengo tanto a capire cosa c’è che non va, perciò, siccome adesso siamo un po’ di fretta, e non ci sarebbe il tempo giusto per parlarne bene, io e te, ti propongo una cosa: adesso ti accompagno a scuola, vediamo come va mentre andiamo, poi se dovesse diventare un mal di pancia troppo forte, la maestra mi telefonerà e ti vengo a prendere, ora le diciamo che oggi hai un po’ di mal di pancia… Ma oggi pomeriggio quando ci vediamo, mi racconti benissimo quello che ti senti e se c’è qualcosa che non va. Ok?”

Assicuratevi che abbia capito bene che voi ci siete per lui, che avete ascoltato il suo mal di pancia, che gli date la giusta importanza e che lo aiuterete a star meglio.

È un discorso serio, da fare guardandolo negli occhi, abbassatevi alla loro altezza, deve sentire che vi siete fermati per lui, per un minuto!

E, naturalmente, ogni promessa è debito!

Dai su 3 minuti li avete, non dite di no!

Probabilmente parecchi mal di pancia sono stati liquidati con un “Adesso basta, la mamma va al lavoro e tu vai a scuola, è solo voglia di non andare a scuola!” e adesso ci vorrà del tempo perché creda davvero che lo prendete sul serio! Non demordete subito, magari il primo giorno sarà dubbioso e non si rasserenerà facilmente, ma vedrete che se a pomeriggio davvero vi sedete accanto a lui con una buona merenda e ne parlate, facendogli capire che il discorso del mattino era serissimo e che non vi siete dimenticati delle vostre promesse (mettetevi un avviso sul cellulare!), anche se magari lui se ne è dimenticato… se focalizzerete insieme il mal di pancia (com’è, dove lo sente, che tipo di emozione è collegata al malessere…) se capirete insieme come affrontarlo per stare meglio, se ascolterete i suoi bisogni e li accoglierete… andrà sempre meglio! Provare per credere…

Naturalmente focalizzata l’emozione nascosta dietro al mal di pancia, date uno sguardo agli articoli precedenti sulle emozioni!

La pancia è la parte più vulnerabile del nostro corpo, quando il bambino sente il bisogno di tenere le manine sul pancino per comunicarvi il suo malessere, probabilmente è un segno del suo bisogno di maggior protezione, del suo sentirsi più esposto alle “intemperie” della sua quotidianità, quindi forse è necessario incoraggiare la sua capacità relazionale, sostenerlo nelle sue prime autonomie e comprendere insieme come superare gli eventi problematici, come un brutto voto a scuola o la lite con un compagno. Non ditegli cosa fare, ragionate insieme e fategli sempre sentire tutto il vostro amore, sia che prenda un buon voto sia che non lo prenda!

Come sempre, se pensate di dover avere un parere esterno alla famiglia e alla scuola, se vi sentite insicuri, o molto preoccupati per il vostro bambino, una telefonata a un professionista potrà essere davvero di conforto e di aiuto e di sostegno!

Ricordate anche che sono tornati a scuola, in presenza, dopo molto tempo, che sono seduti molto tempo con la mascherina, o che vedono le loro maestre della scuola d’infanzia vestite da extraterrestri e che non possono più coccolarli come un tempo… Spesso a casa ci sono preoccupazioni per il lavoro o per il covid… Probabilmente vedono meno nonni e parenti e amici, forse vanno meno al parco, anche perché fa freddo e piove…

Tutto ciò forse fa venire mal di pancia anche a voi! Fateci caso!!!

Regali di Natale per adolescenti

PER PREADOLESCENTI E ADOLESCENTI

Consigli per regali ad adolescenti e pre adolescenti

Da quanto tempo hanno iniziato a fare un elenco infinito di richieste-regalo per natale? Smartphone, anfibi appena usciti sul mercato, trucchi, videogiochi e quel nuovo giubbotto di cui proprio non possono fare a meno…

Probabilmente avranno cambiato idea ogni giorno, o forse più volte al giorno… vi avranno prospettato tutte le argomentazioni per cui non possono farne a meno, senza nemmeno prender fiato.

Ecco… voi prendetelo quel fiato, fate un bel respiro profondo e cercate di uscire dal vortice della loro energia adolescenziale…

Prima però è necessaria una precisazione…è stato un anno difficile per tutti ma per i ragazzi ancora di più, hanno dovuto adattarsi a un nuovo modo di fare scuola, di fare gruppo, di fare amicizia. Spesso non sono stati dentro quei confini che hanno definito per loro, più rigidi che per altre fasce d’età, spesso era necessario riprenderli, ricordare loro le regole, ma nonostante tutto hanno trovato la loro strada, come solo loro sanno fare. Perciò… Gratifichiamoli! Diamo al regalo un senso, magari con un biglietto un po’ più complesso del solito, facciamo sapere loro che riconosciamo la loro capacità di rinnovarsi e di riscoprirsi in un contesto nuovo con nuove modalità: darà valore a ciò che è stato e saranno una grande motivazione per ricominciare più consapevoli dopo le feste.

Ora cominciamo…

La lettera a Babbo Natale probabilmente non la fanno più, ma possono fare una lista, condivisa con voi, in modo da scrivere nero su bianco i loro desideri, per iniziare a renderli reali, e per focalizzare quello che scelgono e quello a cui rinunciano. Ormai hanno le competenze giuste per comprendere che c’è un budget complessivo per il loro regalo, e che quindi possono decidere insieme ai genitori come investire tale cifra. Non abbiate paura di dirgli un no!

Forse in preadolescenza hanno ancora un calendario dell’avvento, specialmente se in casa ci sono fratellini più piccoli è giusto che tutti i piccoli di casa abbiano un pensiero da quel calendario… optate per cose piccole oppure per cose che sapete che comprereste comunque, come una ricarica telefonica o delle gomme da masticare, o i suoi biscotti preferiti, un gel per capelli o, perché no, lo spazzolino nuovo!

È un modo per definire un preciso periodo dell’anno e per mantenere quella magia di quando erano un po’ più piccoli, ma con oggetti che mostrano che stanno crescendo.

Ma veniamo al resto dei regali… quello dei genitori e quelli, magari pilotati sempre dai genitori di zii e nonni… oppure siete zii e nonni e non sapete cosa regalare agli adolescenti di famiglia.

Bene, questa è la parte di articolo che fa per voi!

Farò, banalmente un elenco, ma si sa che le cose banali a volte sono le migliori…

Smartphone & co. Quest’anno, più che in altri anni, sarà impossibile limitare un nuovo telefono in regalo. Lo hanno usato per la didattica a distanza, per parlare con amici, nonni e parenti, magari si sarà usurato e magari avrà mostrato un po’ di arretratezza tecnologica rispetto alle nuove versioni in uscita costante. Perciò, se è un telefono che vuole, cedete… Ma, c’è un ma… prima verificate che necessiti davvero di un nuovo telefono, dialogate con lui o lei su quelle che sono le attività più frequenti, se fa più foto, servirà un modello con una buona fotocamera ad esempio. Rispolverate regole e limitazioni sull’uso del cellulare e fate loro presente che, poiché si parla di una cifra considerevole, non avrà molti altri pacchetti da scartare sotto l’albero… Se non ritenete che serva un telefono nuovo, perché il vecchio cellulare funziona perfettamente, non esitate a declinare la richiesta… se vorrà potrà comprarlo con i suoi soldi (di cui vi parlerò tra poco) quando racimolerà la giusta cifra…

Soldi. Capita che nonni, zii o gli stessi genitori decidano di regalare dei soldi nella famosa “busta di Natale”. Cercate di non regalare soldi prima delle medie, solo a questa età si iniziano ad avere le competenze e il giusto livello di autonomia per decidere come usarli al meglio. Una cifra giusta non dovrebbe superare i 50 euro, è il prezzo massimo per un regalo. Se i nonni vogliono regalare cifre elevate sarebbe meglio un piccolissimo pensiero tangibile e, a parte, un libretto di risparmio o una prepagata su cui iniziare a metter da parte i loro soldi. Molte banche permettono l’apertura di conti bancari con carte prepagate per i minori, controllabili dai genitori, è una buona idea per i nonni e i genitori accompagnarli in banca e far mettere loro le prime firme, darà loro il senso della responsabilità di quello che stanno ricevendo.

Trucchi, maschere, cosmetici. Prima di tutto vorrei precisare che non sono regali da fare solo alle ragazze!! Siamo nel 2020, l’idea che solo le femmine siano interessate a questo tipo di regali è vetusta. Una maschera viso anti acne potrebbe essere gradita da alcuni ragazzi tanto quanto da alcune ragazze. Certo magari per le ragazze abbiamo una vasta scelta tra rossetti e mascara, ma in una qualsiasi profumeria sapranno proporvi qualcosa anche per i maschietti. Rispettate l’età e le volontà dei genitori, magari chiedete a loro prima di comprare un rossetto alla figlia dodicenne, se gliel’hanno sempre vietato sarebbe opportuno non comprarlo! Un lucidalabbra sarà più indicato per la preadolescenza, un rossetto o uno smalto per una sedicenne andranno benissimo. Stessa cosa per piastre, rasoi, epilatori elettrici… aspettate i 15 anni se potete!

Accessori tecnologici. Che sia la stampante collegata allo smartphone, o una polaroid o una cassa bluetooth o una batteria esterna, possono essere regali graditissimi. Naturalmente dovranno avere già un telefono, ma non implicano grosse conseguenze di tipo educativo e possono incentivare passioni adolescenziali con una spesa non eccessiva.

Videogiochi. Che sia la nuova play station o i suoi videogiochi vanno calibrati… Se è un ragazzo che è già difficile distogliere dalla console sarebbe meglio evitare un nuovo videogioco durante le feste di Natale… Altrimenti sono regali che ormai sono diffusissimi e sempre graditi, naturalmente andrebbero accompagnati da regole ben scritte e condivise!

Accessori cool per la scuola. Il nuovo zaino alla moda, un nuovo device da usare per la didattica a distanza, sono regali che possono cambiare la loro immagine pubblica, perciò saranno felici se e solo se sono fedelissimi alle loro richieste. Sareste stupiti nel verificare che anche il solo colore diverso dal desiderato potrebbe esser così inaccettabile agli occhi del vostro ragazzo.

Vestiti e scarpe. Le nuove sneakers, gli anfibi tanto diffusi, il maglioncino nuovo e la borsa… oggetti del desiderio, costosissimi, ambiti… da concordare insieme… ma, tutto sommato, dopo un buon esame di realtà che impedisce di spendere 500 euro per un paio di scarpe da ginnastica, sono ottimi regali.

Un libro. Non strabuzzate gli occhi, si avete letto bene… Esistono libri di ispirazione su adolescenti famosi del passato e del presente, la biografia del loro cantante preferito, un primo romanzo d’amore, manuali per l’adolescente perfetta… sono regali che potrebbero solleticare la loro latente voglia di lettura durante un periodo in cui hanno più tempo e più disponibilità d’animo…

Regali per muoversi un po’. Mai come quest’anno è importante per loro muoversi. Un tappetino con attrezzi per allenarsi in casa, una bici nuova, un monopattino… quest’anno tutto è concesso! Non hanno potuto svolgere le normali attività sportive e gli unici divertimenti concessi sono parchi e luoghi aperti (e nemmeno sempre!), perciò usiamoli al meglio!

Regalare un buono regalo. È una buona idea alternativa ai soldi veri e propri. Una carta regalo in un negozio di abbigliamento, o in una profumeria o su una piattaforma di e-commerce… sono ottime idee regalo che stimolano la loro autonomia e la loro capacità di gestione di una somma di denaro.

Regalare una gift card per un abbonamento. Che sia Netflix, spotify o itunes, farà piacere ricevere uno di questi abbonamenti, anche solo per 3 mesi… i ragazzi sono  dei fervidi fruitori di queste piattaforme, perciò li farete felici.

Regali per ragazzi creativi. Un taccuino da disegno, una scatola di pastelli, una tela, un autotune, un accessorio per la cucina… se hanno una passione creativa alimentiamola!!! Sono così rari i momenti lontano da uno schermo che quei pochi che ci sono vanno incentivati in ogni modo.

Alcune regole generali potrebbero tornarvi utili…

Genitori separati. Ho scritto questo consiglio anche nell’articolo sui regali per i bambini, vale sempre a tutte le età…Non scatenate una gara per chi farà il regalo più grande e costoso, non serve a voi, e sarà un brutto scenario per il ragazzo (spargete la voce anche tra i rispettivi nonni e zii!). Cercate di fare un regalo insieme da scartare la mattina di Natale, ovunque la passerà, il genitore presente può fare un video da inviare all’altro, e l’anno prossimo sarà l’inverso. Non siete più marito e moglie, ma siete ancora mamma e papà! Poi potrete fare un regalo più piccolo (uno solo!) da scartare nelle rispettive case nei giorni stabiliti che passerà con i due genitori separatamente.

Insegnate loro ad apprezzare la sorpresa. Insegnate ai ragazzi ad apprezzare anche i regali che non sono sulla sua lista di desideri… Non è scritto da nessuna parte che nella vita ci sono solo regali che ci piacciono, ma è in nostro potere guardarli dal nostro punto di vista e trasformarne l’uso! Potranno scambiarli, organizzare un mercatino, rivenderli e guadagnare qualche soldo in più… ma a questa età, l’educazione impone di ringraziare sinceramente per il pensiero che c’è stato per loro.

Regalare un po’ del loro tempo o dei loro vecchi vestiti a chi non ce l’ha. Fare un po’ di feng shui non fa mai male, a Natale poi ha un valore in più… un giubbotto che non entra più può essere utile al cuginetto più piccolo, un cappello può essere vitale per chi si reca alla Caritas o ad associazioni simili… Preparate un sacchetto di vestiti puliti e in buone condizioni e portatelo insieme a loro nei cassoni gialli per indumenti sparsi per la città… potete inserire un biglietto di buon Natale per rendere il tutto più tangibile. Stesso discorso vale per il tempo: fare la spesa per la nonna, aiutare il fratellino nei compiti, aiutare i genitori nelle faccende domestiche significa regalare qualche ora del proprio tempo… formalizzatelo, segnate quante ore hanno regalato e lodateli per la loro generosità, vi sembrerà poco, ma per un ragazzo è tanta roba! SI abitueranno alla condivisione e si avvicineranno ad un puto di vista diverso…

Ed infine…

È stato davvero un anno cupo, pieno di paure e incertezze…

Il regalo più prezioso che potrete fare loro è un po’ di MAGIA!!

La magia è davvero nelle piccole cose, fare dei biscotti allo zenzero insieme, ballate, cantate, accendete candele… DIVERTITEVI e passate del tempo di qualità con loro… non c’è regalo più grande!!!

Libri per adolescenti che stanno per esplodere

adolescenza: una cosa piccola che sta per esplodere.

UNA COSA PICCOLA CHE STA PER ESPLODERE

  di Paolo Cognetti

edito da Minimun fax

Sono molto felice di parlarvi del primo libro per adolescenti… dopo una lunga serie di libri per bambini, vi proporrò un po’ di libri pensati per i pre adolescenti e per gli adolescenti a tutti gli effetti.

I libri per adolescenti hanno essenzialmente delle caratteristiche comuni che li rendono appetibili e formativi per questa fascia di età: hanno un o una protagonista forte e affascinante, in cui potersi immedesimare e riconoscere; sono libri con argomenti universali, come l’ingiustizia, le storie d’amore, il rapporto con i genitori; sono libri orientati sul fare, danno delle vere e proprie istruzioni su cosa fare in determinate situazioni, possono rivelare esplicitamente di essere dei manuali d’uso o possono contenere le indicazioni all’interno di racconti più articolati, ma saranno comunque di ispirazione.

Questo libro in particolare, presenta 5 ragazzi protagonisti di 5 storie diverse, i ragazzi potranno scegliere di chi innamorarsi, in chi immedesimarsi, chi rispecchia il loro ideale di vita e intanto riflettere su se stessi, sulle loro amicizie e sulle loro scelte, sulla profonda fragilità della loro età.

Non sono storie leggere, parlano di ragazzi nel pieno del terremoto identitario adolescenziale che devono anche metabolizzare la separazione dei genitori, le problematiche non risolte di mamma e papà, i disturbi alimentari e le battaglie quotidiane. Data la potenza delle storie è importante che conosciate il libro, che lo sfogliate anche voi e che cercate di parlarne con loro, senza essere invasivi, ma con uno sguardo aperto e sincero sul loro punto di vista. Ma è un libro utile da leggere anche per i genitori per uno spaccato su di loro dal punto di vista dei loro figli…

La composizione per racconti è di più facile fruizione per i ragazzi, abituati da internet e tv a scarsi tempi attentivi, i personaggi sono ben caratterizzati e permettono di allargare uno sguardo empatico sugli altri, che, a volte, manca a questa età.

Il titolo è connotativo dell’adolescenza… Una cosa piccola che sta per esplodere: restiamo accanto a loro perché non si facciano troppo male nell’esplosione… La copertina è esplicativa: un pulcino che resta nel nido finché le condizioni non sono favorevoli: rendiamo loro confortevole il volo…

Regali di Natale per bambini

REGALI DI NATALE PER BAMBINI, GUIDA COMPLETA

Primo giorno di dicembre, si sente già odore di zenzero e cannella, il freddo si fa pungente e i bambini chiedono “Ma quando è Natale?”

Bene… Quindi? Cosa avete escogitato per rendere il Natale dei vostri bimbi magico, unico e speciale?

I bambini non hanno ancora una buona cognizione del tempo, perciò per comprendere quanto tempo passa, o tra quanto tempo arriverà Natale serve qualcosa che si possa vedere: cosa c’è di meglio del Calendario dell’Avvento?

Diventato negli anni prodotto consumistico e pubblicitario per eccellenza, è, in realtà, un ottimo modo per mostrare ai bambini quanti giorni mancano al fatidico giorno. Si può costruire insieme a loro senza essere maghi del fai da te (ci sono milioni di tutorial su internet), appendere in cameretta e osservarlo mentre le caselline si svuotano e si avvicina la vigilia…

L’attesa è una grande maestra per i bambini (anche per i grandi, alle volte) abitua alla sopportabilissima frustrazione di non avere tutto e subito, predispone a gioire quando finalmente finisce, crea delle aspettative e quindi stimola l’immaginazione, insegna a gestire il tempo che passa, attenua l’ansia del non sapere quando arriverà ciò che tanto si aspetta.

I regali da appendere al calendario non devono essere costosi né introvabili: un po’ di materiale scolastico (che tanto comprereste comunque),  qualche cioccolatino, un buono per una passeggiata al parco col papà, il biglietto per un cinema (cinema in casa ovviamente, di questi tempi) e quindi un pacco di pop corn per il giorno previsto, un paio di calze, un giochino molto piccolo… insomma sbizzarritevi, usate fantasia e creatività: non importa cosa c’è, ogni giorno di dicembre sarà un giorno in meno per la mattina di Natale!

Altro step importante è la lettera a Babbo Natale!

È un momento importante, serve ai bambini a focalizzare i loro desideri, non possono chiedere tutto, devono scegliere, selezionare, decidere. Le prime scelte sono fondamentali: insegnano che non c’è un giusto e uno sbagliato, ma c’è qualcosa verso cui ci porta il cuore, che risponde meglio ai nostri bisogni, che è necessario chiedere a qualcuno di Magico, vestito di rosso, verso cui proveremo sincera gratitudine.

La scelta significa anche che rinunceremo a qualcos’altro, perciò, non comprate loro anche quello che non hanno chiesto a Babbo, ma che avrebbero voluto comunque, sminuirà la loro capacità di scelta!

Potete scriverla insieme, potreste fare un disegno… fissate delle regole, ad esempio, solo tre richieste, oppure una richiesta per un regalo personale e una per qualcosa da usare con tutta la famiglia, oppure un regalo da poter toccare, come un giocattolo, e uno da fare insieme, come una gita sulla neve o un campeggio in salotto, potrebbe essere una lettera personale o una di tutta la famiglia… Insomma le regole le decidete voi, l’importante è che siano chiare e condivise!

Ecco, Babbo Natale è avvisato, il regalo chiesto a Santa Claus deve essere il più fedele possibile a quello della lettera! Probabilmente ci vorranno un bel po’ di sbattimenti per recuperare il particolarissimo regalo generato dalla fervida immaginazione di vostro figlio oppure ci vorranno ore di fila o giornate di siti impallati per reperire la bambola che tutto il mondo desidera… So che può essere frustrante, ma fidatevi, vi mancherà quando smetteranno di crederci!

Ma veniamo al resto dei regali… quello dei genitori e quelli, magari pilotati sempre dai genitori di zii e nonni… oppure siete zii e nonni e non sapete cosa regalare ai pargoli di famiglia.

Bene, questa è la parte di articolo che fa per voi!

Farò, banalmente un elenco, ma si sa che le cose banali a volte sono le migliori…

Un libro. Di libri ve ne ho consigliati molti in questi mesi, con dovizia di spiegazioni e ne seguiranno altri. Un libro non è mai banale: sono giornate di festa e anche gli adulti hanno più tempo libero, perciò è il momento migliore per sfogliarlo insieme, leggerlo prima di addormentarsi e mostrarlo a tutti durante le cene in famiglia. Un libro tattile o da usare durante il bagnetto andrà benissimo fino ai 2 anni; un bel libro su un bimbo che dice sempre di no o che fa i capricci è scritto ad hoc per i terrible two; un libro sonoro e un po’ più interattivo è perfetto per i 3-4 anni; un libro pop-up con una bella storia avrà un bell’effetto su un 5enne che ancora non sa leggere ma è impaziente di imparare; un primo libro di storie, da leggere con mamma e papà andrà bene per un 6enne; mentre un libro di prime letture, un romanzo leggero, sarà interessante per le prime autonomie di un bimbo di 7-8 anni; un libro sulle amicizie, sulle prime cotte o sulle maestre antipatiche andrà molto bene per gli ultimi anni dell’infanzia.. Ricordo ancora con nostalgia i miei primi libri di Bianca Pitzorno! Nel miscuglio di regali natalizi passerà in secondo piano il regalo di un libro, ma fidatevi se vi dico che sarà apprezzato dopo, quando il frastuono passerà…

Un gioco da tavolo di comunità. Forse è per i bimbi un po’ più grandi (di 7- 8 anni)… Io, ad esempio, uso moltissimo, nel mio lavoro, un gioco che si chiama Dixit.. contiene un numero enorme di carte di libera interpretazione con cui costruire una storia… ma può diventare un modo per scoprire la natura profonda di vostro figlio: chiedetegli di trovare una carta per ciascuno di voi, oppure di raccontare la sua storia con le carte, vi stupirà! C’è il più classico gioco dell’oca, le carte da Uno, una tombola di immagini (anche per i bimbi dai 4 anni)… i giochi da tavolo sono infiniti, fatevi ispirare… andranno bene comunque: ai bimbi piacerà che gli dedichiate attenzione e che vi divertiate insieme, non importa cosa ci sarà sul tavolo!

Un corollario del Regalone di Babbo Natale. Ad esempio, se Babbo Natale gli ha regalato una mini cucina, voi potreste fargli trovare pentolini e tazzine, se gli ha regalato la bambola preferita potreste fargli trovare vestitini per lei, e così via… naturalmente dovrete essere sicuri del regalo di Babbo Natale!!! (E di scartarlo dopo il suo).

Videogiochi e simili. Per questo tipo di regali non occorrerà che vi dica di visionarli prima di comprarli e di comprendere bene cosa state comprando. Dopo di che si potrebbe inserire all’interno del regalo, con un bel cartoncino colorato da appendere in camera, le regole per poterlo usare e una clessidra o un timer colorato, se i bimbi non sanno ancora leggere l’ora: quanto tempo al giorno, dopo aver fatto i compiti o mezz’ora prima di cominciare, decidete voi, l’importante, come sempre quando si parla di regole, è chiarezza e condivisione.

Animali & co. Su questo punto sarò un po’ dura nel dire che gli esseri viventi non sono un regalo, non saranno di esclusiva proprietà del bambino (cosa che invece è implicita in un regalo personale) e rappresentano una responsabilità troppo grande per loro. Un cane o un gatto o un coniglio o un canarino meritano del tempo per pianificare bene il loro ingresso in casa, dalla cuccia ai giochini alle ciotole e al cibo, i bambini e tutta la famiglia devono prepararsi all’arrivo, proprio come l’attesa di una nascita. La famiglia dividerà compiti e regole a seconda delle diverse età dei componenti e del loro tempo disponibile. È una scelta importante e perciò va ponderata bene, soprattutto dagli adulti, può essere estremamente dannoso per il bambino scoprire di dover restituire un animale a febbraio perché non si è stati capaci di dargli cure! Se proprio avete deciso che un animale rientra nelle vostre possibilità familiari di tempo e spazio potreste usare le vacanze di Natale per andare insieme in un canile o gattile a scegliere quello che vi ruberà il cuore, poi in un negozio di animali per scegliere la cuccia per la sua taglia e tutto il necessario specifico per lui o lei… Un animale è un’enorme ricchezza per un bambino, come tale non va sottovalutata o sprecata, né tanto meno può essere rinnegata quando non ci piace più! Cercate di non far fare questa richiesta nemmeno a Babbo Natale, potrete spiegare ai bambini che i suoi elfi confezionano oggetti e non esseri viventi e che Babbo e le sue renne devono affrontare un lungo viaggio dal freddo Polo Nord che un cucciolo non può proprio sopportare, se dopo Natale desidererà ancora un animale approfitterete del maggior tempo da passare insieme per parlarne meglio in famiglia: sarà una delle regole per scrivere la lettera miracolosa!

Regali che stimolano la creatività. È una variante di regali che va dal marchingegno per fare i braccialetti alle costruzioni, a colori, tempere e pennelli a qualcosa di musicale o qualche aggeggio per cucinare, pasta di sale per i più piccoli (fatta in casa viene uno spettacolo e non è pericolosa!), una scatola delle meravoglie con oggetti di riciclo, come tappi di sughero, pezzi di stoffa e carte speciali, rotoli di carta igienica, pigne e sassi, colla e forbici)… sono regali che aiutano i bimbi a passare un buon tempo di qualità impegnati in qualcosa… Sarà importante dargli la motivazione giusta per completare il loro lavoro… ad esempio fotografando l’opera alla fine per metterla in un album, oppure regalare dei braccialetti portafortuna per capodanno a zii e cugini e amici… Sono regali per cui è importante conoscere i proprio figli, carpire cosa potrebbe davvero stimolare la loro vena artistica e diventare la loro passione.

Regali per muoversi un po’. Mai come quest’anno è importante per loro muoversi. Un tappeto elastico, un monopattino, i cerchi per l’hula-hoop, un tappeto sonoro interattivo per i più piccoli, dei pattini o una bicicletta nuova. Quest’anno tutto è concesso! Non hanno potuto svolgere le normali attività sportive e gli unici divertimenti concessi sono parchi e luoghi aperti (e nemmeno sempre!), perciò usiamoli al meglio!

Giochi simbolici. Giocare a “facciamo finta” è molto importante per i bambini, incrementa la capacità imitativa e immaginativa, propone al piccolo una prospettiva diversa dalla sua, dà al bambino la possibilità di esprimere la sua visione del mondo. Non occorre una mini cucina nuova di zecca e costosissima, anzi… Fategli trovare una cesta di travestimenti con i vostri vecchi abiti e diventerà un principe, un astronauta una fata o una regina; con una scatola grande di cartone con pennelli e tempere e l’aiuto di mamma e papà costruirà un’accogliente casetta o una macchinina… Sono abituati a fare questo, alla scuola dell’infanzia lo fanno tutti i giorni! Incartate tutto l’occorrente con un buono per passare un pomeriggio in famiglia ad inventare e giocare insieme… risparmierete molto e saranno davvero contenti!! Alla scuola primaria il gioco simbolico diventa un po’ più realistico e strutturato, perciò servirà una divisa da chef per cucinare davvero nella cucina di mamma e papà, oppure un vero microfono per essere una famosa cantante… imparate ad osservare vostro figlio e scoprirete la sua passione più grande!

Regalare un’esperienza. Nei limiti imposti dai diversi DPCM, non è impossibile regalare esperienze ai nostri bimbi. Una caccia al tesoro al parco, una serata hamburger, un pigiama party di famiglia, trasformare il soggiorno in un ristorante di lusso e vestirsi elegantissimi…unica regola fondamentale decidere quando e tener fede assoluta alla promessa!!!

Beh spunti per Natale ve ne ho dati… accendete la vostra fantasia e fatevi guidare dai vostri bimbi, aprite occhi e orecchie e saprete cosa può farli felici la mattina di Natale.

Alcune regole generali potrebbero tornarvi utili…

Genitori separati. Non scatenate una gara per chi farà il regalo più grande e costoso, non serve a voi, e sarà un brutto scenario per il bambino (spargete la voce anche tra i rispettivi nonni e zii!). Cercate di fare un regalo insieme da scartare la mattina di Natale, ovunque la passerà, il genitore presente può fare un video da inviare all’altro, e l’anno prossimo sarà l’inverso. Non siete più marito e moglie, ma siete ancora mamma e papà dello stesso bambino, lui deve esserne certo! Poi potrete fare un regalo più piccolo (uno solo!) da scartare nelle rispettive case nei giorni stabiliti che passerà con i due genitori separatamente: nella nuova camera del papà potrebbe servire una lampada per la notte rassicurante e amorevole ad esempio… aguzzate l’ingegno!

Insegnate loro ad apprezzare la sorpresa. Insegnate ai bambini ad apprezzare anche i regali che non sono sulla sua lista di desideri… Magari avrà un’espressione delusa quando scarterà il pigiama dell’anziana zia, ma se è perfetto per un pigiama party gli piacerà! Trovate un aspetto meraviglioso per il regalo che scarta, stategli accanto quando lo aprirà e siate tempestivi nelle risposte… Non è scritto da nessuna parte che nella vita ci sono solo regali che ci piacciono, ma è in nostro potere guardarli dal nostro punto di vista e trasformarne l’uso!

P.S. Vale anche per i grandi!

Regalare un gioco che non si usa più a dei bimbi meno fortunati. ci sono molte associazioni, soprattutto quest’anno che si occupano di questo, ma se non avete tempo basterà portarli alla vecchia scuola dell’infanzia ad esempio… Il processo è questo: scegliere un gioco che non usano più perché sono diventati grandi o perché non rientra più nelle loro passioni, l’oggetto deve essere in buono condizioni e con tutti i pezzi al loro posto, pulirlo lavarlo e sistemarlo e poi incartarlo e donarlo… Sarà importante per i nostri bimbi, che hanno sempre tutto e troppo, rinunciare a una loro proprietà, donare e sentirsi importanti per qualcuno! Potreste poi fare una medaglia per il mini babbo Natale da appendere in cameretta con orgoglio!

Ed infine…

È stato davvero un anno cupo, pieno di paure e incertezze…

Il regalo più prezioso che potrete fare loro è un po’ di MAGIA!!

La magia è davvero nelle piccole cose, fare dei biscotti allo zenzero insieme, ballate, cantate, accendete candele, create una magica atmosfera mentre preparate la merenda rifocillante per Babbo Natale stanco per il lungo viaggio, la mattina di Natale nascondete i regali un po’ in giro… (si sa che a Babbo Natale piace far scherzetti!)

DIVERTITEVI E SOGNATE INSIEME ai vostri bambini… non c’è regalo più grande!!!

La gioia dei bambini

LA GIOIA

Ultima nella nostra carrellata di emozioni, ma non meno importante, troviamo la Gioia!

Vi chiederete che ci può mai essere da sapere o da consigliare quando il mio bambino è felice? Va tutto benissimo quando prova gioia!

Beh non è proprio così…

FACCIAMO UN PO’ DI CHIAREZZA…

La gioia è l’emozione che sentiamo quando c’è qualcosa che è coerente con i nostri bisogni: quando un neonato affamato viene allattato prova gioia, quando un bimbo vede la mamma dopo una giornata a scuola prova gioia, quando otteniamo il lavoro dei nostri sogni proviamo gioia… pensate a tutte le volte in cui avete provato gioia e probabilmente vi verranno molti esempi simili a questi.

Ma c’è un altro tipo di stimoli che generano gioia: conseguire un obiettivo. Arrivare sulla cima di una montagna dopo essersi esercitato molto farà provare gioia ad un alpinista, il conseguimento della laurea dopo molti esami sarà fonte di gioia per il laureando, il primo bacio della ragazza corteggiata genererà gioia…

La gioia è l’unica emozione positiva, è quella che ci permette di riposarci dopo le emozioni negative, è quella che ci predispone ad aprire i nostri orizzonti per esplorare il mondo intorno a noi. Le altre emozioni sono direzionate ad un unico singolo stimolo oggetto di rabbia, tristezza o disgusto o sorpresa, la gioia invece allarga la veduta a tutto l’insieme, ci aiuta ad accogliere le novità e gli altri con atteggiamento aperto e curioso.

Inoltre l’emozione è per sua natura comunicativa, siamo irrimediabilmente attratti da un’espressione come quella della meravigliosa bimba in foto.

Se l’espressione della rabbia e del disgusto allontanano, se la tristezza porta gli altri ad essere empatici e la sorpresa è quasi solo nostra, la gioia no: la gioia porta ad avvicinare gli altri.

È l’emozione che porta a migliori relazioni sociali, ad essere maggiormente supportati dall’ambiente che ci circonda, a creare nuovi rapporti.

C’è un’unica clausola: non si può fingere di gioire… Anche in questi tempi duri in cui abbiamo sempre un paio di mascherine e qualche metro di distanza tra noi e il prossimo, due occhi che sorridono di pura gioia sono inconfondibili.

Ma… c’è un ma…

Bisogna essere educati alla gioia! Ed è qui che entrate in gioco voi genitori…

Ancora una volta la regola più importante è saper provare gioia in prima persona. Per i bambini è importante osservare un genitore in grado di gioire per un traguardo raggiunto o per una sfida superata, e di godere di un giusto riposo dopo e in grado di condividere la gioia con chi gli sta accanto.

Poi ci sono piccole altre attenzioni che possiamo avere…

Non sovraccarichiamo i bambini di impegni e stimoli: non gli permetteremo di apprezzare l’impegno che mette nello sport se fa 3 sport diversi, avere mille bambole non gli permetterà di provare la gioia di giocare con la sua unica bambola preferita. Insomma la gioia si prova nelle pause, e come una bella sinfonia è tale anche grazie alle pause, così quello che facciamo non sarebbe gratificante, bello e gioioso senza il giusto tempo per goderne.

Non focalizziamoci sul risultato, un gol, un bel voto non sono la causa della gioia, o meglio non da soli, ma sono fonte di gioia l’apprezzamento dell’impegno che ci hanno messo.

Quando li vedete felici, non interrompete l’emozione per evitare che si sporchino o che sudino… provate a mettere sui piatti della bilancia un paio di pantaloni strappati con un ginocchio sbucciato e l’espressione di gioia nei loro occhi mentre correva nel parco: sicuri di scegliere il primo piatto???

Inoltre, stiamogli accanto anche durante i fallimenti: li aiuterà a saper godere dei successi, ad apprezzare di essere accolto senza se e senza ma e di essere amato senza condizioni da mamma e papà.

Alla fine… festeggiate, sappiate apprezzare i momenti di gioia insieme e ad esprimerli.

Un’ultima precisazione:

Se notate che non riesce a gioire dei suoi successi, se appena raggiunge un obiettivo è subito alla ricerca di una nuova sfida, se non accetta le gratificazioni e i complimenti, potrebbe essere in ansia, potrebbe nascondere altre emozioni. Se notate che c’è qualcosa che non va, approfondite, anche con l’aiuto di un professionista.

Il disgusto nei bambini

IL DISGUSTO

Quale genitore non è stato bersaglio di una minestra sputata durante lo svezzamento?

Bene, era in azione l’emozione del disgusto…

FACCIAMO UN PO’ DI CHIAREZZA…

Innanzitutto, perché consideriamo il disgusto un’emozione?

Perché è strettamente legata alla sopravvivenza della specie, perché è immediata, dura un secondo ed è direttamente collegata ad aree cerebrali che decidono le reazioni di attacco fuga, come l’amigdala. Inoltre è universalmente riconosciuta ed espressa, cioè se un bambino italiano esprime disgusto, un bambino delle Antille riconosce la medesima emozione, pur parlando lingue diverse e vivendo in luoghi opposti…

Uno studio inglese ha identificato le sei categorie comuni che lo provocano: scarsa igiene, animali o insetti portatori di malattie, lesioni o bolle con pus sulla pelle, cibo che sta andando a male o che ha un aspetto atipico. Sono tutte situazioni potenzialmente pericolose per la nostra sopravvivenza, quindi il disgusto è il modo in cui il nostro corpo ci mette in guardia e ci protegge dai rischi.

I bambini iniziano a mostrare l’espressione tipica del disgusto molto precocemente, è un importante passaggio nella loro vita: sono i primi segnali di una propria visione del mondo, sono le prime occasioni in cui discrimina gli stimoli che la madre gli presenta secondo un suo personale filtro.

Oltre agli stimoli elencati dagli scienziati inglesi, ci disgusta anche ciò che si discosta da quello a cui siamo abituati: assaggiare per la prima volta un passato di verdure dopo aver sentito solo il sapore del latte, sentire sotto il palato il cucchiaino, più rigido della tettarella e del seno materno, sentire una diversa temperatura… sono tutti elementi che fanno aumentare l’allerta, ci fanno serrare le mandibole, e arricciare il naso, per allargare le narici e aumentare il senso dell’olfatto per avere più informazioni possibili…

Il disgusto chiude lo stomaco e spesso genera un senso di nausea, in questo modo qualora avessimo ingerito qualcosa di pericoloso, avremmo la possibilità di espellerlo immediatamente!

Insomma la natura ha pensato proprio a tutto!

C’è persino un fondamento scientifico nell’odio dei bambini (e non solo) verso il colore verde: ai primordi della civiltà le parti verdi di molte piante erano velenose e a volte mortali….

Quindi che si fa?

Prima regola generale: Scopriamo ciò che disgusta noi! Si avete capito bene… è molto probabile che il nostro astio verso le zucchine passi inalterato a nostro figlio, perché? Semplice, per tutto ciò che ho scritto prima: all’inizio della nostra vita il primo sguardo che cerchiamo per capire se possiamo fidarci o no è quello dei genitori, perciò se ha percepito il nostro disgusto per le zucchine o gli insetti o chissà che altro, probabilmente non vorrà nemmeno assaggiarlo/guardarlo, perché potenzialmente pericolosissimo.

Poi abbiamo due scelte: provare ad assaggiare le zucchine e scoprire che non sono poi così male, prima di proporle al nostro bambino, oppure dichiarare apertamente che non ci piacciono, ma che preferireste che lui le assaggiasse prima di decidere se mangiarle o no… probabilmente non funzionerà, ma avrà tempo di rivalutare la cosa in futuro…

Seconda regola: ciò che non conosciamo, a volte, non ci piace. Perciò proviamo a cucinare insieme gli spinaci, o addirittura a coltivarli in balcone, cerchiamo in libreria un libro sui ragni e leggiamolo insieme, abituiamoli fina da piccolissimi alla più ampia varietà di sapori, dal pesce alla frutta: il gusto è un senso che si affina col tempo e con l’esperienza…

Un’ultima precisazione:

Alcuni bambini sentono il disgusto molto più forte di altri, hanno davvero mal di pancia e sentono di stare per vomitare: scoprite perché è così poco propenso ad assaggiare, se lo stomaco chiuso non ha a che fare con altre emozioni, come la tristezza, o se la nausea non è un segnale della sua rabbia.

Sta sentendo davvero quell’emozione, ma come tutte le altre emozioni, anche il disgusto non deve essere predominante sulle altre emozioni e impedirgli di vivere appieno la sua vita. Se notate che c’è qualcosa che non va, approfondite, anche con l’aiuto di un professionista.

La sorpresa nei bambini

la sorpresa nei bambini

LA SORPRESA

Non so se qualcuno di voi ricorda le “magiche sorprese” che si trovavano dal giornalaio negli anni ’80 e ’90, non so se ci sono ancora, in realtà… Erano giochini di scarso valore economico, spesso nemmeno bellissimi o indimenticabili, ma avevano una caratteristica: per quell’attimo in cui si scartava il pacchetto la nostra attenzione era tutta lì e la concentrazione era al massimo. Probabilmente se avessimo avuto il contenuto di quelle sorprese davanti ai nostri occhi, senza che l’incarto ne nascondesse l’aspetto, non l’avremmo degnato di uno sguardo!

Pensate anche… quali sono i film che ricordate meglio? O almeno quelli di cui ricordate il finale? Forse quelli con “finale a sorpresa”! La nostra memoria, infatti, è molto più propensa ad immagazzinare informazioni se sono informazioni inaspettate.

Una nota marca di uova di cioccolato ha incrementato molto i suoi guadagni inserendo una piccola sorpresa all’interno dei suoi famosi ovetti!

Forse non ci avete mai pensato, ma la sorpresa è un’emozione, ed anche una di quelle fondamentali.

È innata, è universale e universalmente riconosciuta… Già a 21 giorni di vita i bambini mostrano di provare sorpresa!

Potremmo addirittura dire che è l’incipit di tutte le emozioni, ma perché?

E soprattutto perché è così importante educare i bambini alla sorpresa?

FACCIAMO UN PO’ DI CHIAREZZA…

Provate ad osservare un po’ l’espressione del bimbo in foto, cosa notate?

Gli occhi sono spalancati, la bocca è aperta per inspirare tutta l’aria possibile, le sopracciglia si inarcano e si alzano, a cosa vi fa pensare tutto questo?

La sorpresa è l’emozione che dura meno, spesso solo un secondo, ma in quel secondo il nostro corpo si prepara all’azione e all’emozione successiva, piacevole o spiacevole che sia.

Un nuovo stimolo, qualcosa di inaspettato, provoca nella muscolatura umana e sul viso una tensione improvvisa: cerchiamo di osservare meglio e per questo allarghiamo lo sguardo, prendiamo aria per prepararci ad ogni tipo di azione. Ai primordi della vita umana una sorpresa poteva rivelare la presenza di una minaccia, e quindi la paura e la necessità di fuga, o di una preda, e quindi la gioia e la necessità di attaccare.

Insomma, anche la sorpresa è altamente adattiva e funzionale, come tutte le altre emozioni fondamentali.

La sorpresa ha il privilegio di oscurare tutti gli altri stimoli: un oggetto comparso all’improvviso catturerà la nostra attenzione tanto da non badare più alla strada che stiamo percorrendo…

Un episodio con effetto sorpresa si lega indelebilmente alla nostra memoria, diventando quel ricordo preponderante anche in presenza di altri momenti più importanti ma prevedibili…

La sorpresa ci introduce in altre emozioni positive o negative, che daranno vita ad altri ricordi…

Cosa ci dice tutto ciò?

Che la sorpresa è la nostra bacchetta magica in presenza di un bambino, è il nostro potere segreto, l’asso nella nostra manica!

Mi spiego meglio:

Il bambino sta mettendo in scena un capriccio da oscar, vuole un giocattolo al supermercato e non sembra importargli molto che noi siamo stanchi, abbiamo lavorato tutto il giorno e abbiamo fretta di tronare a casa e cucinare… che fare? Sorprendiamolo… si aspetterebbe che ci arrabbiamo, che lo sgridiamo, e invece tiriamo fuori dal cappello una magia, “un basilico magico, che abbiamo appena comprato, che, se torniamo in fretta a casa, ci servirà per fare una pozione per fare sogni meravigliosi!” Probabilmente il basilico assumerà all’improvviso una luce stupenda e potrebbe far passare in secondo piano quel nuovo omino di lego tanto agognato e per cui sta piangendo da 20 minuti…

Una lezione di matematica alla primaria sarà molto più attraente se riuscissimo ad inserire un elemento sorprendente, una musica introduttiva, un’attività a sorpresa appena finita la lezione…

Un bimbo di scuola materna potrebbe aumentare i tempi di attenzione nell’ascolto di una storia, se sapessimo introdurre uno stimolo nuovo e inaspettato, una voce strana e diversa dalla nostra, una marionetta comparsa all’improvviso, un suono…. Lo sapeva bene Rodari quando diceva: C’era una volta cappuccetto… verde… blu… giallo…

Spesso ci sono periodi in cui siamo presi dal lavoro più del solito: trovate il tempo di fare una sorpresa ai vostri bambini: un’uscita pre tempo da scuola ogni tanto non ha mai fatto male a nessuno, una gita non programmata in un luogo magico, un pranzo a base di patatine fritte… (sono e devono restare sorprese, perciò saranno sporadiche, quindi non inorridite leggendo!!!)

Un’ultima precisazione:

La sorpresa non sempre porta ad un’emozione positiva, potrebbe seguirne una delusione e quindi tristezza o rabbia!

Anche questo è molto importante per la sua crescita: il bambino potrebbe sentirsi eccessivamente vulnerabile se l’elemento sorpresa delude le sue aspettative, in questo caso sosteniamolo e stiamogli accanto. Spieghiamogli che le cose nuove possono piacerci o meno, ma che vanno esperite per scoprire cosa ci piace e cosa no, e fare piccoli passi in più nella costruzione della nostra personalità.

La paura dei bambini

LA PAURA

È da poco passato Halloween… che lo festeggiate o no, è un po’ un emblema di quanto l’uomo ha sentito da sempre il bisogno di esorcizzare, nascondere e camuffare l’ignoto e l’oscuro, ciò che non vediamo e non conosciamo.

Cosa fare quando il bambino ha paura? Perché ha paura? Di cosa ha paura?

PER PRIMA COSA UN PO’ DI CHIAREZZA…

La paura è adattiva, è utile… insomma ci serve!!

La paura è una delle emozioni più primitive, più istintive. Hanno paura gli animali, i bambini, gli adulti: tutti noi abbiamo paura.

La paura ci aiuta a riconoscere ed evitare una minaccia, e poi ci aiuta a segnalare agli altri che è presente un pericolo. Perciò è un’emozione immediata, funzionale, essenziale per tutti gli esseri animali e quindi umani.

Ma di cosa hanno paura i bambini?

Proviamo a pensare un attimo alle nostre paure…

Qualcuno avrà paura del buio, qualcun altro avrà paura dell’altezza, qualcuno degli sconosciuti, qualcuno dei ragni, qualcun altro dei cani… può essere un elenco lunghissimo e variopinto.

Ognuna di queste paure, a suo modo, è potenzialmente pericolosa, ma perché non tutti hanno paura degli stessi stimoli?

Innanzitutto chiariamo che se un bambino richiama la nostra attenzione con insistenza appena resta al buio, mentre un altro ci chiede di spegnere la luce perché è divertente giocare a nascondino, non vuol dire che uno ha paura del buio e l’altro no: è solo un diverso modo di rispondere alla paura!

Di fronte a qualcosa che ci spaventa possiamo fuggire a gambe levate ed evitare la situazione spaventosa; possiamo trovare eccitante il lieve brivido che ci scorre lungo la schiena e l’idea di essere talmente potenti da poter sconfiggere la paura; possiamo scegliere di affrontarla, magari con un valido aiutante, come nelle migliori favole…

Un altro aspetto da chiarire riguarda il fatto che alcuni stimoli che impauriscono non sono indiscutibilmente pericolosi per tutti. Mi spiego meglio: a fronte dei milioni di amanti dei cani, ci sono milioni di persone che li trovano spaventosi e non ne accarezzerebbero mai uno… Perché?

Perché molto spesso è la nostra cultura, educazione, storia e definire cosa per noi è spaventoso

Molto probabilmente un bimbo messicano non sarà così spaventato da teschi e rievocazioni di spiriti, come ci insegna il film Coco… Il figlio di una famiglia di circensi potrebbe non provare terrore di fronte ad una tigre…

Questo che vuol dire? Che dovremmo esporre il nostro bambino a ogni tipo di stimolo, anche il più spaventoso, in modo che da adulto non abbia paura di nulla? Che bisognerebbe non aver paura di nulla davanti agli occhi di nostro figlio per comunicargli che la paura non esiste?

No!

La paura è importante, inevitabile come tutte le altre emozioni primarie, e va ascoltata e accolta.

L’antidoto per la paura è solo la rassicurazione!

Perciò? Che fare?

4 COSE DA EVITARE:

1.Mai prenderlo in giro! Se avete letto altri miei post sulle emozioni avrete ormai capito che questa è una cosa da non fare mai, per nessun tipo di evento nella vita del bambino… In questo caso prenderlo in giro porterà con sé la convinzione che non si possono esprimere liberamente le proprie emozioni e si sentirà inadeguato e in colpa

2. Evitare anche di iperproteggerlo, o di rassicurarlo in maniera eccessiva e teatrale, gli trasmetterà che c’è effettivamente uno stimolo molto spaventoso e una paura molto difficile da superare.

3. Evitiamo di esporre il bambino ad ogni tipo di discorso o immagine che trasmetta paura. Specialmente in questo periodo in cui tutto in tv parla di paura e di spaventosi virus, è importante non esporre il bambino a tv e discorsi: il rischio è che sentirà le paure altrui più forti delle proprie paure.

4. Non puntare sulla sua forza d’animo. Le paure vanno affrontate con pazienza e con il giusto tempo. Presentare al bambino lo stimolo pauroso troppo presto e in modo troppo diretto può trasformare la paura in terrore e ansia: supererà i suoi limiti quando vorrà e si sentirà pronto.

6 COSE CHE POSSIAMO FARE:

  1. Parola d’ordine: Rassicurazione! Facciamo capire al bambino che noi ci siamo, che qualsiasi cosa possa accadere noi gli saremo accanto, lo sosterremo e lo aiuteremo a superarla. In questo modo qualsiasi sia l’oggetto della paura non sarà così terribile!
  2. Permettiamo al bambino di esprimere le proprie paure, qualsiasi esse siano, semplicemente ascoltiamolo, stiamogli accanto.
  3. È importante che il bambino impari che la paura può essere superata, non che la paura non esiste! Trasmettiamogli che anche noi possiamo provare paura, ma che riusciamo a superarla e a parlarne prima che diventi terrore e ansia e fobia!
  4. Offriamogli la nostra presenza, la nostra vicinanza: non c’è mostro che non possa essere sconfitto grazie ad un aiutante efficace!
  5. Troviamo nei suoi libri o storie preferite degli eroi, a cui fare riferimento quando la nostra presenza fisica non è possibile, che lo accompagnino quando è solo, o in compagnia degli amici e che pian piano possano diventar parte di lui del suo mondo interiore.
  6. Se la paura è stimolata da un oggetto o un animale o una situazione fisica particolare possiamo avvicinarla pian piano insieme a lui, lentamente e in tappe successive.

DISTINGUIAMO LE PAURE

Le paure cambiano e si modificano nelle diverse età: se verso l’anno compare la paura dell’estraneo, e prima ancora la paura dell’allontanamento fisico della mamma, a 5 o sei anni può comparire la paura della scuola o del temporale… all’inizio ci sono paure più innate e primordiali, man mano che si cresce le paure diventano più cognitive e meno immediate.

Sono paure comprensibili e naturali: a sei mesi davvero un bambino senza la sua mamma non sopravvivrebbe, è il modo in cui la natura ci aiuta a prenderci cura del bambino quando ancora non sa esprimersi al meglio.

Quando inizia la scuola la paura è quella di un ambiente nuovo, o di una prova difficile da superare.

Le altre paure possono derivare da un trauma, un’associazione tra una determinata situazione e qualcosa di spaventoso.

Molto spesso la paura è legata a qualcosa che non si conosce o è di difficile lettura: è il caso della paura degli animali, il cui comportamento è di difficile interpretazione. Anche la paura del buio può appartenere a questa categoria, non si sa cosa ci sia nel buio, e perciò incute timore, ma può essere anche legata alla paura dell’abbandono e della solitudine.

Perciò è importante comprendere cosa c’è dietro la paura, per essere più efficaci e per aiutare al meglio il bambino. È importante sintonizzarci sulla giusta età del bambino, non trattarlo troppo “da grande” e nemmeno troppo “da piccolo”. Ogni età ha le sue parole, i suoi eroi e le sue modalità di affrontare le situazioni: facciamoci guidare dal bambino, facciamogli domande e ascoltiamo le risposte con empatia ed attenzione… ci indicherà la strada giusta!

UN’IMPORTANTE DISTINZIONE!

La paura è connotata da uno stimolo reale e possibile.

Quando la paura è marcata e persistente, eccessiva o non reale, provocata dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o situazioni specifiche (per esempio: fobia di volare, di vedere il sangue, di ricevere un’iniezione, dell’altezza, di determinati animali) probabilmente è diventata una fobia.

Un’ulteriore prova è data dal fatto che l’esposizione all’elemento fobico provoca una risposta ansiosa immediata che può sfociare anche in attacchi di panico.

I bambini manifestano le loro ansie con scoppi di rabbia improvvisi, oppure irrigidendosi e piangendo e attaccandosi morbosamente alla presenza di qualcuno. Spesso la situazione fobica viene evitata, limitando anche la vita quotidiana…

Se notate questo tipo di paure, o anche se avete dei dubbi in merito cercate un professionista con cui parlarne: è meglio agire tempestivamente, evitando che la fobia diventi cronica e invalidante.